Basket A2, la Fortitudo passa a Cividale: finale condizionato da un fallo dubbio su Aradori
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foto da Quotidiani locali
CIVIDALE. Come rovinare un incontro. Senza giocare, badate bene. È (anche) grazie a un fischio natalizio, un regalo giunto in anticipo che la Fortitudo sbanca il PalaGesteco, 65-69.
E dire che tutto sembrava allestito per un bel testa a testa, una pagina di sport bellissima. Tutta da scrivere. A gettare l’inchiostro sul match la terna arbitrale, rea di aver mal interpretato una stoppata di Miani su Aradori, col punteggio totalmente in bilico. Fallo, due tiri, sipario. Peccato.
La serata, prima di questo episodio, era stata epica. Con colpi e numeri d’alta scuola, anche da parte del nuovo arrivato, Cole. Un Cole che parte in quintetto, a inizio serata, gettato subito nella fossa.
La Fossa, mentre le squadre entrano in campo, fa il suo ingresso sugli spalti; la “marea gialla”, dal lato opposto, propone una coreografia d’eccezione. Lo stesso Cole, alla prima da titolare, scambia due chiacchiere con gli americani della Effe, due marcantoni di un certo calibro contro i quali, sotto le plance, la Ueb si trova subito a battagliare, in svantaggio fisico.
Freeman così punisce; Berti, in sofferenza, è costretto a tornare in panchina. Segna pure Ogden, da fuori però: coach Pilla vuole parlarci su. Dal time-out è tuttavia Aradori a cogliere il meglio, trovando il canestro del parziale 0-7, un cappotto nel calcio balilla.
Ma Cole, a Cividale, ci è venuto per giocare a basketball: eccolo, dunque, from Charleston con amore. Col suo primo centro in gialloblù, una tripla dal palleggio.
Via, parte così la scalata. Impervia. Per conferma chiedere a Miani, accompagnato all’uscita da Odgen nel tentativo di concludere da sotto. Fallo. C’è da lottare, insomma.
Lo fa Marangon, che serve a Berti un cioccolatino: altro fallo, -5 che arriva in lunetta. Servirebbe una bomba: la tenta Miani, nada, ci prova anche Cole, “none”.
Da chi vai, in questi casi? Dall’hombre di Bahia Blanca, da quel Redivo che, sul momentaneo 10-19, decide di sbloccarsi dai 6,75 mt. Dall’altra parte, Berti, quello vero, schianta Ogden, infonde coraggio all’ambiente.
A Cole: tre punti dall’angolo, -3. Redivo intercetta, -1. Sorpasso? No, perché Bolpin dall’arco trova il fondo della retina – senza ausilio del tabellone, come fatto con Chiusi, lo scorso anno –; ribadisce Aradori.
Il ferro, là davanti, non aiuta: si torna quindi a inseguire. 23-32 alla pausa: punto e a capo. Qualcuno lo spiega a Cole, in inglese, ovviamente. L’americano si rimbocca le maniche, mostra i tatuaggi.
Entra in area e segna, poi manda al bar il suo marcatore e infila da fuori il -5. Illusorio. C’è infatti il nuovo strappo della Effe: c’è il nuovo -11, così, de botto.
Coach Pilla rimescola un po’ le carte inserendo Furin e Isotta, fino a quel momento inutilizzati. La cura, almeno dietro, sortisce l’effetto sperato. Anche se, contro un Aradori on fire, non c’è difesa che regga.
Ciononostante, resta in partita Cividale. Giusto in tempo per il “Miani time”, l’ultimo quarto. Il codroipese, chiamato in causa, ne mette sei. Furin? Difende, ah se difende. Gasa tutti i presenti, coi suoi urlacci.
Il resto lo fa Redivo, -4. Entra Cole, come nelle favole: impatta. Ma il basket non è una favola. Benché gli antagonisti esistano: in questo caso, i giudici di gara, quando Miani francobolla Aradori. Pulito. Fallo, fischi, gara in ghiaccio. Come rovinare un incontro, dicevamo.