Terza corsia A4, costi lievitati di 200 milioni: l’obiettivo è il completamento nel 2027
UDINE. Siamo nel 1999 quando il progetto della terza corsia spunta nel piano finanziario di Autovie Venete. Dopo che il drammatico incidente dell’agosto 2008 a Cessalto (sette morti per il salto di corsia di un tir) aveva aperto le porte allo stato di emergenza sulla A4, la prima pietra viene posta invece nel dicembre del 2010, a Quarto d’Altino. Si parte dal Veneto e si finisce in Veneto: perché è soprattutto lì che si sta lavorando e si lavorerà già da questo inverno, sul tratto mancante da Portogruaro a San Donà.
Obiettivo 2027
La fine dell’intera operazione? Verosimilmente nel 2027; ma la mutevole situazione geopolitica e il caro materiali suggeriscono prudenza a Gabriele Fava, avvocato milanese presidente da luglio di Società Autostrade Alto Adriatico, la “in house” che ha rilevato compiti di gestione e concessione, trentennale, delle autostrade a Nordest. Nel corso degli ultimi dieci anni Autovie ha investito oltre un miliardo di euro, in larga parte in autofinanziamento da pedaggio, per la prosecuzione del programma di adeguamento dell’infrastruttura, a concessione scaduta (nel marzo del 2017) e, per questo, con perdurante incarico al commissario delegato e conseguente snellimento delle procedure burocratiche.
Costi aumentati
Dato che nel frattempo i costi sono appunto aumentati, un altro miliardo abbondante servirà per completare un’opera realizzata a oggi per circa 60 chilometri dei 95 del progetto originario da Quarto d’Altino a Villesse, «porta d’Italia e asse strategico per porti, interporti e aeroporti, oltre che per il turismo», come ama definirla il presidente Fava. La stima fatta mesi fa dal presidente di Autovie Maurizio Paniz è stata di un fabbisogno di un 1,2 miliardi di euro, ovvero di 200 milioni in più rispetto al miliardo in origine previsto per i prossimi cantieri: stime definitive in fase di assestamento, fa sapere ora Fava. Con un capitale sociale pari a 100 milioni e una partecipazione del Friuli Venezia Giulia per il 90,5% e del Veneto per il 9,5%, la nuova società ha iniziato a lavorare in continuità con la uscente Autovie Venete, impegnata intanto a liquidare i soci privati: banche e assicurazioni che detengono il 20% delle quote e si vedranno riconoscere, a quanto pare, 150 milioni di euro.
La situazione attuale
Lo stato dell’arte intanto è quello di una terza corsia già costruita nel primo lotto (Quarto d’Altino-San Donà, 18 chilometri), ultimato nel 2014, nel terzo lotto (Ponte sul Tagliamento-Gonars, 25,7 chilometri), inaugurato nel 2020, e nel primo sub lotto del quarto lotto (Gonars-Nodo di Palmanova, 4,7 chilometri), completato nel 2021.
Nel marzo del 2020, proprio quando è iniziato l’incubo pandemia, è stato aperto il cantiere dal Ponte sul Tagliamento a Portogruaro, 8,5 chilometri, dei quali 5 (fino all’area di servizio di Fratta) in funzione dallo scorso luglio e i restanti 3,5 attesi al taglio del nastro nel corso del prossimo inverno. Dal 2020 a oggi si sono dunque aggiunti 35 chilometri di terza corsia, con la contestuale ricostruzione di una decina di cavalcavia. Una volta chiuso il sub lotto fino a Portogruaro, se ne conteranno quasi 60 di chilometri, due terzi dell’opera. A mancare saranno i 25 tra San Donà di Piave e Portogruaro e gli 11 tra il Nodo di Palmanova e Villesse.
Il tratto veneto
L’attenzione è ora innanzitutto puntata sul tratto veneto (che è stato posticipato per la presenza del bypass A27/A28, da utilizzare in caso di elevato traffico o incidenti), dove sono in corso gli espropri e il commissario delegato (il governatore Massimiliano Fedriga, soggetti attuatori Riccardo Riccardi per il Fvg e Marco D’Elia per il Veneto) ha assegnato la gara per la realizzazione di dieci cavalcavia (quadro economico di 83 milioni), i cui lavori inizieranno presumibilmente nel corso dell’inverno e dovrebbero terminare, salvo imprevisti, in 900 giorni.
Nel frattempo, verranno eseguite le attività per la procedura di gara per l’affidamento della progettazione esecutiva e della realizzazione dell'allargamento delle carreggiate; gara «auspicabilmente bandita», fanno sapere dalla società, nei prossimi mesi, con lavori in partenza nel 2025.
Le opere accessorie
E poi ci sono le opere accessorie: due grandi aree di sosta per i mezzi pesanti a Fratta Nord e Fratta Sud (20 milioni, avvio lavori nella primavera 2024), l’ampliamento a 11 porte del casello di San Donà di Piave (3,4 milioni, si sta operando da settembre e si dovrebbe finire nell’estate del prossimo anno), altre tre porte del casello di Portogruaro (approvazione progetto entro il 2023), la rotatoria esterna al casello di Palmanova (inaugurazione in tempi brevi).
Ricavi e sicurezza
Fermo restando, causa rincari, il riequilibrio del piano economico finanziario della nuova concessionaria, predisposto nel primo semestre del 2021, presupposto necessario per poter aprire i cantieri, le buone notizie arrivano sui fronti che riguardano ricavi e sicurezza.
Se da un lato infatti, dall’inizio dell’anno, sono stati registrati 44 milioni 795mila transiti (+ 5,54% sul 2022 e +5,15% sul 2019), dall’altro nello stesso periodo gli incidenti sono calati: 486 rispetto ai 496 del 2022. In netta riduzione, in particolare, risultano essere i mortali: 4 nel 2023 e 14 nel 2022. Di questi, nessuno è avvenuto finora nel tratto a due corsie tra San Donà e Portogruaro dove gli incidenti complessivi sono altrettanto calati (da 124 nel 2022 a 93 nel 2023), come anche le chiusure dell’autostrada: dalle 13 del 2022 si è passati alle 5 conteggiate sin qui del 2023.