Morgia: «Mantova avanti col tuo gioco,la B è possibile»
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foto da Quotidiani locali
Il ko subìto dal Mantova nell’ultima gara interna con il Trento, a causa di un gol regalato agli avversari con un clamoroso errore nel possesso palla all’interno della propria area, ha riacceso fra una parte dei tifosi le discussioni sulla “ipno-zona” di Davide Possanzini. Una proposta di calcio innovativa in C che - seppur diversa - può essere paragonata a quella che offrì anni addietro Massimo Morgia in biancorosso in serie D. E proprio dall’ex mister - che abbiamo interpellato sul tema - arriva una forte investitura per l’attuale tecnico dell’Acm e l’invito a «crederci fino in fondo, perché pur non essendo partiti per vincere adesso tutto è possibile».
Mister, segue ancora il Mantova? Che giudizio ne può dare?
«Sinceramente seguo di più il girone della mia Lucchese (abita nella città toscana, ndr) ma Mantova fa eccezione, è una piazza che non perdo mai di vista. Finalmente le cose stanno andando bene e la squadra gioca un bel calcio».
Che pensa del gioco di Possanzini?
«Che siamo parenti alla lontana - sorride -. Nel senso che lui ha seguito De Zerbi, che conosco anch’io, il quale all’inizio si ispirava a Zeman anche se poi si è avvicinato più a Guardiola. E anch’io all’inizio mi ispirai a Zeman e a Orrico. Il mio gioco è più verticale, ma la volontà di fare un calcio offensivo, giocando palla a terra e di recuperare il possesso velocemente nella metà campo avversaria credo sia simile».
Il Mantova nell’ultima gara ha perso per un gol regalato sbagliando il possesso nella propria area e alcuni tifosi hanno storto il naso...
«È normale, perché il calcio è sempre condizionato dagli episodi, succede a tutti i livelli. Ora siamo agli Europei e Spalletti è un eroe, ma pensate se avessero dato rigore all’Ucraina di cosa saremmo a parlare... E, al contrario, se Jorginho anni addietro avesse segnato il rigore contro la Svizzera saremmo andati ai Mondiali e Mancini non avrebbe avuto problemi. Ma per una squadra che gioca un campionato non si può guardare al singolo episodio».
Si spieghi meglio.
«Ogni sistema di gioco ha i suoi pro e i suoi contro, la perfezione non esiste. E allora, se è vero che contro il Trento si è perso magari anche a causa di quel sistema, bisogna però poi valutare quanti gol ha segnato e quante partite ha vinto il Mantova grazie a quel modo di giocare, a quella filosofia. E la classifica mi sembra che al riguardo parli molto chiaramente. Bisogna insistere, perché il calcio che sta facendo Possanzini è redditizio oltre che piacevole».
Anche quando perde la squadra ha una media altissima (70-75%) di possesso palla: cosa le suggerisce questo dato?
«Che significa che tutti i giocatori toccano tanto il pallone. Una cosa che sarebbe ottima da applicare anche nei settori giovanili per far crescere i ragazzi, ma purtroppo i vivai - che sono il mio pallino - in Italia non interessano quasi a nessuno».
A proposito di vivai, domani il Mantova farà visita all’Atalanta Under 23: cosa ne pensa delle squadre B in Lega Pro?
«Che sono un’ottima risorsa per il massimo campionato ma che dovrebbero fare un torneo a parte. Mi piacerebbe una serie A e B con squadre under 23, mentre nei club di C dovrebbero giocare soltanto giovani delle squadre di questa categoria. Bisognerebbe proprio vietare i prestiti di giovani dalle categorie superiori alla C. Allora sì che si ridarebbe slancio ai vivai. Invece si vanno a cercare stranieri anche per le formazioni giovanili...».
Che gara sarà Atalanta-Mantova?
«Se i nerazzurri, come leggo, attuano lo stesso gioco della prima squadra di Gasperini, presseranno alto uomo contro uomo. Per il Mantova sarà quindi più difficile fare possesso palla, immagino che si vedranno più verticalizzazioni. Penso che sarà una bella partita e mi auguro ovviamente che vinca l’Acm».
Dove possono arrivare secondo lei i biancorossi?
«Il Mantova non è partito per vincere ma quando ti trovi in queste situazioni tutto diventa possibile, anche la B. Devono crederci fino alla fine, giocando con questa mentalità, ma tranquilli e senza pressione da parte della piazza. Per fare quel calcio bisogna avere la testa libera e poter anche sbagliare senza che ci siano drammi».
Alle spalle c’è un pubblico che lei ricorda bene...
«Vedo sempre la curva Te piena ed è una cosa bellissima. Sono felice per Mantova, è stato bravo il presidente a ricreare questo entusiasmo, anche grazie al direttore che mi dicono fosse già stato in biancorosso e dunque ha saputo muoversi bene in un ambiente che conosceva. Bisogna andare avanti così, con entusiasmo ma senza mettere pesi addosso alla squadra».