Cercano marijuana in casa di un uomo e la trovano nel garage dei vicini ultrasessantenni: arrestati marito e moglie
In quella casa Zico e Garwin, cani antidroga arrivati dal Veneto per partecipare alle perquisizioni, non hanno trovato nulla. Ma non gli sono sfuggite le 20 piante di marijuana nascoste nella rimessa dell’abitazione a fianco. E così, nella stessa giornata in cui veniva eseguita a Cavasso Nuovo la misura cautelare dei domiciliari nei confronti di un 43enne romeno ritenuto uno dei protagonisti dello spaccio locale, i carabinieri effettuavano a Maniago altri due arresti: una coppia di ultrasessantenni attenderà ai domiciliari l’esito dell’udienza di convalida.
Una concatenazione di eventi che unisce il lungo lavoro di indagine dei carabinieri di Maniago (che, coordinati dal pubblico ministero Marco Faion, hanno ricostruito la rete dello spaccio locale tra maggio e ottobre dello scorso anno) e il fiuto – è proprio il caso di dirlo – degli cani antidroga del Nucleo cinofili di Torreglia, impegnati mercoledì mattina in perquisizioni a tappeto insieme ai carabinieri della compagnia di Spilimbergo, coadiuvati da quelli delle stazioni di San Daniele del Friuli, Casarsa, Cordovado, Fontanafredda e Sacile.
Undici le perquisizioni locali e personali eseguite a carico di altrettanti soggetti ritenuti coinvolti a vario titolo nello spaccio: oltre a confermare le ipotesi investigative, l’attività dei circa 40 militari coinvolti ha permesso di rinvenire modiche quantità di sostanze stupefacenti, oltre che diverse munizioni di cui è vietata la detenzione. Un’indagine, denominata “Mente”, che ha permesso di individuare quello che gli inquirenti ritengono uno dei protagonisti delle operazioni di spaccio: M.B. , 43enne di Cavasso Nuovo, è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip. Secondo gli investigatori la sua casa era il «baricentro dell’attività di spaccio» dove «i clienti si rifornivano con frequenza pressoché giornaliera». Dovrà restare agli arresti domiciliari. Anche nei confronti degli altri due arrestati sono stati disposti i domiciliari dal pubblico ministero di turno, Federica Urban. La loro casa non era oggetto di perquisizione: è stato il cane antidroga a suggerire ai militari di ispezionare l’autorimessa del vicino di casa di uno dei soggetti perquisiti.
Lì i carabinieri hanno trovato 20 piante di marijuana che, uniti ai 600 grammi pronti all’uso, hanno fatto scattare l’arresto in flagranza. In attesa della convalida, il loro avvocato Luca Donadon sottolinea l’estraneità dei coniugi all’operazione. «Sono incensurati, non c’entrano niente – sottolinea – e quelle piante erano inutilizzabili perché marce»