Materna e teatro dei salesiani in vendita: genitori in rivolta alla Paltana di Padova
«L’asilo non si tocca», «Il quartiere si ribella», «Aiutateci per il futuro dei bambini». Sono solo alcuni degli striscioni affissi dai genitori della scuola materna Mamma Margherita, in via Adige, alla Paltana di Padova: sono in rivolta. Ieri pomeriggio hanno scoperto che la scuola chiuderà alla fine dell’anno perché i proprietari – i salesiani – hanno deciso di vendere la struttura, assieme all’ex studentato e al Piccolo teatro Don Bosco. Tanto la materna quanto il teatro sono perfettamente funzionanti.
A scuola ci sono oltre 40 bambini e il teatro è un punto di riferimento culturale non solo per il quartiere Paltana ma per le famiglie dell’intera città.
Giovedì 23 novembre, a distanza di poche ore dalla notizia, dopo un primo sbalordimento, i genitori si sono riuniti e in pochissimo tempo hanno organizzato la protesta. Prima di tutto con lenzuoli che hanno affisso ai cancelli della scuola. Ma questo è solo l’inizio.
«Abbiamo una struttura perfettamente funzionante», spiegano, «in regola, piena di bambini, non abbiamo nessun problema rispetto alle iscrizioni, con un’ottima gestione grazie a un’imprenditrice del settore che ha già altre scuole materne sotto la sua direzione, eppure i proprietari – i salesiani – hanno scelto di vendere».
Un’espressione dura, che esprime l’indignazione di mamme e papà che si sentono abbandonati. «La titolare», raccontano, «ha preso in mano l’asilo dei nostri figli tre anni fa. Già allora i salesiani volevano vendere, in particolare ai religiosi della parrocchia Don Bosco che però non hanno fatto l’investimento. Così l’accordo con l’associazione che gestisce l’asilo – M’s baby – era che avrebbe rilevato la struttura comprandola. Ora hanno trovato chi è disposto a mettere più soldi e l’affare è saltato».
E così i piccoli da 3 a 6 anni resteranno a scuola fino a giugno, poi dovranno cercarsi un’altra materna nei quartieri vicini. «Da parte dei salesiani non una parola di spiegazione», scandiscono i genitori, «dalla sera alla mattina si chiude e non importa se vengono eliminati dei servizi – scolastici e culturali – in città».
Cosa ci sarà al posto della scuola non è sicuro, ma sembra che sul piatto ci sia uno studentato. «Il risultato è sotto gli occhi di tutti», sottolineano le famiglie, «si chiude per soldi, i religiosi antepongono il loro interesse personale a quello della comunità, con buona pace della cristianità». Da gennaio, cioè con i tempi delle preiscrizioni, bisognerà iscrivere i bambini a un’altra scuola.
Eppure non tutto è perduto. «Ci stiamo organizzando in comitato», riferiscono i cittadini, «vogliamo incontrare il sindaco Sergio Giordani e, naturalmente, i salesiani che ci hanno messi davanti al fatto compiuto». —
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