Un post pubblicato a poche ore dal ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchettin. Il testo riprende gli ultimi versi della poesia di Cristina Torres Caceres, attivista peruviana, dedicata a tutte le vittime di femminicidio in America Latina, che soprattutto dopo la morte di Giulia sta rimbalzando sui social: “Se domani sono io, se domani non […]
Un post pubblicato a poche ore dal ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchettin. Il testo riprende gli ultimi versi della poesia di Cristina Torres Caceres, attivista peruviana, dedicata a tutte le vittime di femminicidio in America Latina, che soprattutto dopo la morte di Giulia sta rimbalzando sui social: “Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”. A postarlo domenica scorsa è stato l’account ufficiale della Polizia di Stato per ricordare “l’importanza di essere uniti nel combattere la violenza sulle donne”, si legge nel post che viene chiuso con l’hashtag “#essercisempre”.
La reazione però è stata tutt’altro che positiva. Niente raffica di like ma una valanga di commenti molto polemici contro le forza dell’ordine. Tante raccontano le loro vicende personali e la poca empatia e l’incomprensione riscontrate nelle caserme da chi ha denunciato violenze o atti persecutori. “Da voi mi è stato detto ‘Signorina è normale litigare‘. Non era normale, ed era davanti ai vostri occhi”, scrive Valentina. “Ma se mi avete presa in giro quando ho detto che mi seguivano e molestavano sotto casa?”, commenta Emanuela. “Mentre mio padre stava picchiando mia madre siete rimasti dietro la porta di casa e non siete mai intervenuti, ‘tanto dopo ha smesso'”, scrive Donya. “Quando sono stata picchiata alle 20.30 di una sera di dicembre mi avete chiesto se mi sembrava il caso di passeggiare sola per le strade buie”, aggiunge Francesca.
I commenti sono centinaia, quasi tutti dello stesso tenore. Tanto che, secondo le denunce in rete, il post è stato temporaneamente disattivato. Attualmente continua a registrare commenti. Tra le tante testimonianze e le critiche c’è chi, come Camilla chiede maggiore “formazione psicologica specifica su trauma e violenza di genere” per gli agenti. Proprio le tante voci che stanno emergendo, dimostrano la necessità di lavorare sul miglioramento della presa in carico e sulla formazione di chi deve intervenire. Denunciare abusi e violenze alle autorità è fondamentale, così come rivolgersi ai centri e alle associazioni impegnate contro la violenza sulle donne anche chiamando il 1522, il numero unico antiviolenza e stalking. Fondamentale è anche che chi accoglie la richiesta d’aiuto, sappia riconoscere le forme di violenza e possa intervenire tempestivamente.
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