Dalla lavorazione delle carni dell’oca a un’impresa familiare da 30 milioni di ricavi: morto Antonello Pessot, fondò l’azienda Jolanda de Colò
PALMANOVA. «Prova ad allevare le oche e poi a lavorarne le carni rispettando la tradizione ebraica». Tutto nacque dai preziosi suggerimenti del rabbino di Venezia e di un macellaio del ghetto, alla metà degli anni Settanta.
Antonello Pessot, all’epoca direttore dell’azienda agricola Hausbrandt che si trovava a Viscone, colse la palla al balzo e avviò un’attività imprenditoriale, l’azienda Jolanda de Colò di Palmanova, che oggi vale 30 milioni di fatturato e fornisce carni, insaccati e pesce pregiato all’alta ristorazione italiana e internazionale e alle gastronomie gourmet di mezza Europa.
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Pessot è morto sabato 9 dicembre nella sua casa di Alture, frazione di Ruda, all’età di 74 anni, in seguito all’aggravarsi di una malattia che lo affliggeva da 15 anni, ma che fino a pochi mesi fa non gli aveva impedito di essere pienamente operativo nel suo ruolo di presidente dell’azienda.
L’imprenditore era originario di San Pietro di Feletto, nel Trevigiano e proveniva da una famiglia che in tempi lontani aveva gestito una locanda, ma dal 1972 viveva in Friuli, arrivato in regione grazie al lavoro alla Hausbrandt. Il ruolo di direttore dell’azienda agricola, pur importante, gli stava stretto e così, nel ’76 Pessot, cominciò gli esperimenti con l’allevamento di oche, grazie appunto ai consigli del rabbino e del macellaio del ghetto di Venezia. «Mio padre partì acquistando 5 oche - racconta il figlio Bruno, amministratore delegato dell’azienda -, il successo fu immediato, tanto che l’allevamento si ingrandì fino a ospitare 25 mila oche in breve tempo. Fondò la Jolanda de Colò, che porta il nome di mia madre, mentre lui si concentrò sulla trasformazione delle carni, salumi, stagionati, insaccati e affumicati, sia legata alla tradizione ebraica veneziana sia a quella contadina friulana. Riuscì a riscoprire lavorazioni del Cinquecento, quando a San Daniele, si facevano i prosciuttini d’oca, recuperando le tradizioni».
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Intanto il business si ampliò con le carni di suini, bovini e selvaggina, ripescando i classici italiani e inventando nuove ricette, pensando prodotti mirati all’alta ristorazione, agli stellati, alle gastronomie gourmet. Dopo le carni arrivò anche il pesce, salmone affumicato, spada, ricciola, tonno con materie prime straordinarie.
Jolanda de Colò, dalla sede originaria di Viscone, si trasferì prima ad Aiello, dove oggi c’è l’outlet, poi a Palmanova con un primo capannone nel 1997, e l’attuale stabilimento nel 1999. All’inaugurazione di uno degli ampliamenti dell’azienda partecipò anche Marta Marzotto, visto che il conte Marzotto fu socio di minoranza per 10 anni, mentre oggi una quota, sempre di minoranza, è detenuta dalla famiglia Cremonini. Jolanda de Colò è una realtà con 50 dipendenti, 20 collaboratori esterni e un centinaio di rappresentanti, in Italia e all’estero, con 5 mila clienti, grandi ristoranti e gastronomie specializzate.
Nel 2019 Antonello Pessot fu insignito dell’onorificenza di commendatore della Repubblica. I funerali si svolgeranno mercoledì 13 dicembre, alle 15, nel duomo di Palmanova.