Espropri per il cantiere del raddoppio: la mappa è da rifare

foto da Quotidiani locali

Sono ancora tanti i punti di domanda rimasti al termine dei primi sopralluoghi di Italferr nelle aree in cui sono stati programmati gli espropri per il raddoppio ferroviario Mantova-Piadena. Il 14 dicembre i tecnici hanno incontrato gli inquilini del condominio di via Boldrini, quartiere Borgo Angeli, che quasi certamente si vedranno espropriati del parcheggio. Nel pomeriggio il sopralluogo si è spostato in via Zandonai, subito dopo il passaggio a livello di Dosso del Corso, dove oltre ad alcune case ci sono la casa editrice Publi Paolini e l’autofficina Girlanda.

Mappe obsolete

I due incontri non hanno portato a soluzioni definitive. Al momento regna una grande confusione: i progetti di Rfi si basano su mappe catastali non aggiornate. Nel caso di via Boldrini «non si sapeva che l’area interessata all’esproprio fosse un parcheggio – ha detto un tecnico Italferr – il verbale che abbiamo redatto oggi verrà consegnato a Rfi che riunirà un tavolo tecnico». Gli inquilini del palazzo di via Boldrini hanno sottoscritto una contestazione per chiedere la revisione del progetto. «Senza il posto auto diventa impossibile vendere un appartamento – ha spiegato uno di loro – se devono espropriarci vogliamo che il Comune realizzi dei posti privati all’esterno del condominio».

Progetto da rivedere

La situazione è ancora più complicata in via Zandonai e anche in questo caso il progetto si basa su mappe non aggiornate. Al termine della via, venendo dal passaggio a livello, ci sono due abitazioni a cui si accede da un vialetto privato. Secondo il progetto l’esproprio permanente interesserebbe tutto il vialetto fino all’altezza della recinzione delle case, impedendo l’accesso. «È chiaro che c’è stato un errore – ha ammesso un esponente della direzione Italferr – non è possibile impedire alle persone di entrare in casa propria. Il progetto andrà rivisto».

Confronto acceso

La discussione tra i proprietari di Publi Paolini e i tecnici Italferr è stata accesa, tanto che inizialmente i primi avevano firmato il verbale, ma poi hanno ritrattato. «Non possiamo stare alle loro volontà – ha detto Cristina Paolini della casa editrice – cosa facciamo se deve passare un nostro camion e gli operai ce lo impediscono per loro esigenze?».