San Martino di Lupari, Diletta Miatello a processo per il duplice omicidio volontario dei genitori
E' stata rinviata a giudizio per duplice omicidio volontario Diletta Miatello, l'ex vigilessa di San Martino di Lupari accusata di aver ucciso i propri genitori. La donna finirà di fronte alla Corte d'Assise il prossimo 21 febbraio.
Le accuse
Secondo l’accusa Miatello ha massacrato la propria madre, sferrandole ben 24 colpi al capo e alle braccia con vari oggetti “contundenti e taglianti”, piatti e vasi che raccoglieva fra i mobili di casa spinta dalla furia omicida.
La 52enne è chiamata a rispondere dell’omicidio volontario dei genitori, uccisi nella loro abitazione a San Martino di Lupari, in via Galileo Galilei 17, nella notte del 27 dicembre scorso.
A firmare l’imputazione è stato il pubblico ministero Marco Brusegan secondo il quale la donna – detenuta nel carcere femminile “Montorio” di Verona – ha colpito la madre Maria Angela Sarto, 84 anni, mentre era stesa supina sul letto della camera al primo piano dell’abitazione.
Non le è bastato ucciderla. Sul corpo della mamma ha scaricato una rabbia incontenibile fratturandole le ossa del volto come dell’addome e della mani che, forse, la pensionata si era portata sul viso nel vano tentativo di proteggersi.
Poi il corpo della signora è stato avvolto in un piumino sistemato sul materasso, rovesciato a terra probabilmente con l’intenzione di farlo sparire.
L’accusa di cui la 52enne è chiamata a rispondere è omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dall’averlo compiuto nei confronti di un familiare.
L’omicidio del padre
Identica l’accusa che le è rivolta per l’assassinio del papà, l’89enne Giorgio Miatello, costretto a dormire in una branda nel soggiorno di casa dopo una caduta avvenuta cinque giorni prima: il pensionato era stato ferito alla testa in modo grave con un piatto decorativo. E anche lui aveva cercato di difendersi come dimostravano le ferite riportate alle mani.
Tuttavia l’uomo era sopravvissuto: la morte è arrivata il 28 febbraio scorso per una crisi respiratoria conseguente alle lesioni che aveva subito.
La tragedia viene scoperta la mattina del 27 dicembre 2022. Verso le 8 la domestica si presenta nella casa della coppia e suona il campanello. Nessuno risponde e Diletta, che viveva nella casa accanto, si affaccia dal suo appartamento: «Stanotte hanno riposato poco i miei e ora stanno dormendo, non occorre che vieni oggi».
Il massacro è avvenuto – secondo la procura – fra le 2.45 e le 3.45 della notte. Chiara, l’altra figlia della coppia, intorno alle 13 passa da mamma e papà. E apre con una chiave di servizio la porta d’ingresso: la scena che si presenta ai suoi occhi è da film dell’orrore. Subito dà l’allarme chiamando un’ambulanza per soccorrere il papà che ancora respira, sia pure a fatica, e i carabinieri. La colf è la prima persona a essere interrogata. Ed è lei a mettere i militari sulla pista giusta, raccontando dell’incontro con Diletta, nel frattempo sparita da casa.
Grazie alle telecamere pubbliche, la sua auto sarà rintracciata nel parcheggio dell’hotel Cubamia a Romano d’Ezzelino (Vicenza) dove la donna è arrestata: con i genitori continue erano le liti. Da loro voleva sempre e solo soldi.