A Gorizia la scalinata Sotgia trasformata in simbolo contro la violenza
foto da Quotidiani locali
GORIZIA Ad ogni gradino un nome e le date di nascita e di morte di chi il gradino ricorda. Di nomi ce ne sono 18, tutti rossi, ognuno dedicato a una donna. La scalinata Sebastiano Sotgia, in via del San Michele, cambia volto grazie a ciò che hanno fatto scrittrici, poetesse e saggiste del territorio. E si tratta di una celebrazione del loro valore, della loro personalità, del loro spirito indipendente.
Maria Maddalena Malni Pascoletti, Anna Maria Fabbroni, Lojzka Bratuž, Giovanna Ludovico Giannattasio, Gianna Bigi Pirella, Maura Bozzini La Stella, Lella Au Fiore, Carmen Perco Jacchia, Zora Pišcanc, Nella Cattaruzza Piemonti, Ljubka Šorli Bratuž, Jolanda Pisani “Cassandra”, Nicoletta Coronini, Elda Michelstaedter Morpurgo, Maria Von Schmitzhausen De Egger (Paul Marie Lacroma), Carolina Sabbadini Luzzatto Coen, Teresa Von Abensperg und Thraun della pace, Marianna De Dietrichstein Coronini Cronberg.
Sono queste le 18 donne che la scalinata Sotgia non manca di citare. Le ha individuate Antonella Gallarotti, già bibliotecaria alla Bsi e a lungo responsabile del Fondo Michelstaedter. «Naturalmente, ce ne sarebbero molte di più, ma la scalinata si concentra su scrittrici, poetesse e saggiste confidando che, nel leggere i loro nomi, in molti vengano spinti a sapere, ad approfondire ciò che queste figure femminili hanno fatto nell’arco della loro esistenza», ha affermato il sindaco Rodolfo Ziberna, mentre la consigliera comunale Marilena Bernobich si è soffermata sulla trasformazione della scalinata «da semplice luogo di passaggio a luogo di cultura».
L’opera, presentata ieri (“Il segno delle donna. Gorizia ricorda le sue scrittrici”) è stata realizzata dall’associazione Save Art all’interno delle iniziative organizzate per il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, dal Comune e dall’associazione Sos Rosa. Hanno partecipato all’incontro anche gli assessori Sarah Filisetti e Maurizio Negro. C’erano, inoltre, Antonella Gallarotti, la presidente di Save Art Katty Faion e quella di Sos Rosa Francesca Vuaran. E da più parti è giunto l’invito a studiare, a conoscere il lavoro delle autrici ricorda