Grado prova per la quarta volta a diventare patrimonio Unesco
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foto da Quotidiani locali
GRADO Terzo, anzi si può parlare di quarto, tentativo di candidatura Unesco. Grado quasi sicuramente ci riprova. L’ideai è emersa a margine dell’incontro sugli eventi 2024 fatta dal commissario straordinario al Comune, Augusto Viola, che ha svelato ai presenti di aver iniziato a studiare l’incartamento.
Diversi tentativi, dunque. Il primo risale al 2005 e riguardava l’inserimento delle basiliche paleocristiane e del centro storico dell’isola. L’iniziativa era partita dal Lions Club Grado che aveva promosso anche una specifica raccolta di firme che a fine 2005 avevano raggiunto quota 25 mila. Grado, figlia di Aquileia, è la madre di Venezia! È la storia ad affermarlo a chiare lettere.
Allora era stato inoltre costituito un gruppo di lavoro formato da esponenti comunali (l’assessore Paolo Quargnali e la direttrice della biblioteca Flavia Moimas), dall’arciprete monsignor Armando Zorzin e dal presidente del Lions Club Andrea Rocco (l’idea era partita quando alla guida del Lions Club c’era Renato Camisi) oltre che da una rappresentante dell’Unesco, Maria Luisa Bressan. Si parlava di creare un progetto per sottolineare le “peculiarità, l’unicità e l’irripetibilità del patrimonio rappresentato dal castrum gradese con le sue basiliche e la sua laguna”. Nonostante le firme e le lettere di sostegno firmate da importanti storici e personaggi, non ci fu niente da fare.
Nel 2014 si iniziò a riparlare di un nuovo tentativo di inserimento nel patrimonio Unesco con l’intervento dell’allora sindaco Edoardo Maricchio e del presidente della Git Marino De Grassi, dell’arciprete, della provincia di Gorizia e di alcuni studiosi locali.
E arriviamo al 2016 quando a prendere in mano la questione ci provò il sindaco Dario Raugna che aveva ricevuto un input in tal senso dall’ex commissario comunale Claudio Kovatsch (se n’erano interessati anche i consiglieri provinciali Fabio Del Bello ed Elisabetta Medeot), specificando che il suo obiettivo sarebbe stato quello di puntare sulla laguna. Nel 2017 l’ufficialità del tentativo con l’approvazione di un ordine del giorno del consiglio comunale.
Verso fine anno ci pensò anche la Regione approvando un emendamento presentato dal consigliere gradese Alessio Gratton per il finanziamento a sostegno dell’iniziativa dell’inserimento di Grado nel patrimonio mondiale dell’Unesco.
Nel 2018 arrivò però la notizia che la Regione stava portando all’esame della commissione cultura del consiglio regionale una norma che prevedeva “l’abrogazione delle disposizioni vigenti volte a supportare la candidatura del Comune di Grado e del suo patrimonio immateriale come sito Unesco, in ragione della volontà oggi manifestata dall’Amministrazione regionale di appoggiare, in sede nazionale e in sede Unesco, l’analoga candidatura che la Slovenia è in procinto di presentare con riferimento al territorio del Collio goriziano italiano/sloveno”.
Un tanto poiché sino ad allora Grado non aveva ancora speso i fondi destinati per il progetto. Ma il sindaco Dario Raugna annunciò di voler andare avanti come Comune e di affidare a un professionista la progettazione per la candidatura.
Cosa che avvenne con l’affidamento dell’incarico all’architetto tedesco Andreas Kipar, paesaggista e tra i massimi esperti di pianificazione territoriale. L’ultima notizia sulla vicenda risale all’aprile del 2021 quando Raugna convocò una conferenza per illustrare il punto della situazione.
La novità, emersa peraltro solamente ora per bocca del commissario Augusto Viola, è che durante lo stesso 2021 era giunto il parere ministeriale, purtroppo negativo, sulla proposta di inserimento della laguna di Grado nel patrimonio mondiale dell’Unesco.
Il commissario esaminerà pertanto quanto prima tutta la situazione e l’incartamento precedente e poi deciderà i passi da fare per tentare ancora una volta l’inserimento di Grado nel patrimonio Unesco abbinando la storia con le basiliche paleocristiane e la laguna evidentemente non dimenticando di inserire nell’eventuale progetto anche il fatto che Pier Paolo Pasolini ha scelto anche la laguna di Grado per la sua “Medea” con la Callas e che della laguna ne continuano a parlare tanti scrittori come Claudio Magris, esperti e studiosi, “raccontata” anche nelle poesie del poeta Biagio Marin. Insomma, ci si gioca tutto di nuovo...