Superbonus al tramonto, aziende in crisi in provincia di Treviso: 4 mila ditte a rischio chiusura
Superbonus al capolinea e le aziende della Marca tremano: «Nei prossimi mesi il 70% delle aziende del comparto edile andranno in crisi e, di queste, la metà saranno destinate a chiudere entro il 2025».
Gianmaria Modolo è il presidente del gruppo Costruttori di Confartigianato e, secondo il suo osservatorio privilegiato, quello che si delinea non sarà un periodo facile. Per nulla. Su un totale di quasi 12 mila aziende del comparto operative nella provincia di Treviso, quelle che nel 2024 faranno fatica a rimanere sul mercato saranno circa 8 mila.
Di queste, 4 mila sono destinate a chiudere, con effetti devastanti a cominciare dai lavoratori: 9 mila e duecento sono gli addetti che presto potrebbero trovarsi senza lavoro. Non solo operai edili in senso stretto, ma anche chi si occupa di finiture, serramenti, cappotti, impianti e, comunque, per lo più persone con famiglia a carico.
«Molti imprenditori chiuderanno, riusciranno a resistere solo quelli con esperienza, cioè che hanno messo da parte le risorse per resistere anche a fronte di un blocco di lavori» spiega Modolo, «Con il Superbonus sono nate tantissime nuove imprese, molti si sono lanciati allo sbaraglio, senza esperienza, attirati dal guadagno facile e dalle agevolazioni fiscali per il primo anno. Ora però si ritrovano con i lavori fermi e in più a dover pagare tasse e contributi».
C’è da dire che il Superbonus non sparirà del tutto, qualcosa resterà: il 90% delle spese sostenute fino al 31 dicembre di quest’anno, il 70% della copertura spese nel 2024 fino ad arrivare ai rimborsi del 65% come prospettato per il 2025.
Solo che, a detta di Modolo, cambieranno le modalità per accedervi, cosa che renderà tutto molto più complicato sia per le aziende, che non intendono fare ulteriori investimenti, sia per i clienti, che si fidano sempre meno degli incentivi e delle imprese.
Finora, nella Marca il Superbonus ha rappresentato un business del valore di oltre 2 miliardi di euro con lavori effettuati su circa 11 mila edifici, un sforzo economico immane che è servito a migliorare la classe energetica soltanto del 6,5% degli immobili.
Il problema è che il Superbonus ha generato un’euforia a volte eccessiva: «Sono stati fatti investimenti e sono nati consorzi e nuove società per far fronte a tutti i lavori. Ora che è tutto fermo ci saranno fallimenti e cause, dobbiamo aspettarci tutto quello che accade in un periodo di crisi».
Secondo Modolo nessuno avrebbe mai immaginato un epilogo simile. «A tutti gli effetti è scoppiata una bolla, ma non era prevedibile questa retromarcia del Governo, si pensava a qualche modifica, ma qualcosa che portasse a mantenere la filiera intatta, invece ora salterà tutto» continua il presidente, «Il meccanismo del 110 non ha funzionato bene, ha subito molti cambiamenti, ci sono stati i furbetti della prima ora e i listini sono impazziti. Ora siamo sull’orlo del baratro».
La preoccupazione più grande va ai dipendenti: «Fino a poco tempo fa ci si rubava gli operai e si urlava per attirarli nella propria azienda, ora non sappiamo più cosa fargli fare. Ora l’imprenditore ha paura, dobbiamo trovare il modo di lavorare perché i nostri dipendenti hanno famiglia, le imprese per non fallire faranno lavori sotto costo».