Femminicidio di Riese, il marito di Vanessa: «Devo trovare la forza di andare avanti per il mio bambino»
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foto da Quotidiani locali
«Per lui, devo trovare la forza di guardare avanti per lui. Sì». Se c’è un futuro, è perché una famiglia c’è ancora.
La famiglia di Nicola Scapinello ora è il suo bambino, il piccolo M., quattro anni e mezzo. Non solo lui – anche i genitori Michele e Federica stanno sorreggendo i pezzi di questo giovane uomo – ma lui soprattutto.
Mercoledì mattina don Giorgio Piva, parroco di Riese e Spineda, ha cercato di portare il suo conforto alla famiglia, riunita nella casa di via Callalta, lontano dalle immagini d’orrore in quella di Spineda che resteranno sempre negli occhi di Nicola.
Dove può trovare la forza di guardare avanti? In suo figlio? «Hai 28 anni, non cinquanta o sessanta, hai la vita davanti, gli ho detto – racconta don Giorgio – e hai un figlio piccolo che la vita inizia a guardarla. Nicola, aiutato dal contesto, ha capito che deve trovare la forza».
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Il parroco usa ancora parole delicate, come se da quell’incontro fosse uscito abbagliato: dal dolore, ma anche dalla fermezza, dalla compostezza, dalla consapevolezza: bisogna, bisogna guardare avanti.
«Nicola vive uno sconcerto del tutto comprensibile, è smarrito, ma non è solo – racconta ancora il parroco – ha i genitori, un fratello, ha gli amici, ha più comunità pronte a stringersi attorno a lui. Non si trova in un mare di solitudine, non è in un deserto». Passeranno forse mille giorni, prima che Nicola riesca a sorridere di nuovo.
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«E sorridere è nella sua natura, è sempre stato un ragazzo solare, simpaticissimo, battute a raffica – lo racconta così un suo ex professore all’Ipsia Galilei di Castelfranco – era davvero benvoluto da tutti. Di lui ricordo altre due cose: che era matto per il Dybala, e che nonostante la giovane età aveva già la morosa, sapeva di aver trovato l’amore della sua vita, Vanessa».
Questa mattina troverà la forza, assieme alla sua famiglia, di fare una cosa che non avrebbe mai voluto: portarle l’ultimo saluto, in obitorio a Treviso.
Sarà terribile, lacerante, il momento – assieme al funerale – della vera presa di coscienza: lei non c’è più, non ci sarà più.
«Dentro questa situazione di tenebre c’è una speranza, mi piace leggere così il messaggio che i vicini della giovane coppia hanno voluto lanciare con una veglia di preghiera portando una candela, una piccola luce», dice ancora don Giorgio. La fede sorregge Nicola? «Certo, la fede in questo momento diventa forza, discriminante, decisiva. Questo ho colto. Una reazione».
Ci sarà poi, ma non è ancora questo, anche il tempo di lottare per la verità. La famiglia Scapinello si è affidata a un legale, l’avvocato Simone Guglielmin. «Vogliamo che venga fatta chiarezza su cosa non ha funzionato dopo la denuncia di Vanessa. Non lasceremo nulla di intentato».