Fiume, la proposta della Regione al Comune «Un accordo sul restauro del Teatro Fenice»
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«Un accordo sul restauro del Teatro Fenice»](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/ilpiccolo/2023/12/26/180308895-3c563455-46ad-4e3a-9c19-c308363001ed.jpg)
foto da Quotidiani locali
FIUME. C'è uno spiraglio per il futuro dello storico Teatro Fenice a Fiume, da anni chiuso e in abbandono. Zlatko Komadina, governatore del Quarnero e Gorski kotar, ha fatto sapere che la Regione stessa è pronta a sostenere metà della spesa – assieme alla municipalità fiumana – affinché l’edificio cambi proprietario, presupposto per arrivare al restauro e successivamente alla riapertura. «Ho l'impressione che la Città di Fiume sia interessata all'acquisto del Fenice – ha dichiarato Komadina in conferenza stampa –; se l'operazione diventasse concreta, la Regione si accollerebbe il 50% dei costi, traendo la somma dall'imposta che i cittadini fiumani versano nelle nostre casse. Ne ho parlato con il sindaco di Fiume, Marko Filipović e sono in attesa di una risposta precisa».
Interni e facciate cadenti
La risposta però ha raffreddato l’entusiasmo suscitato da Komadina sulle sorti dell’edificio che presenta interni da riattare e facciate cadenti. Filipović ha confermato il colloquio avuto con il governatore, precisando però come sia «facile per la Regione essere di manica larga dopo che la riforma fiscale ha tolto al nostro bilancio cittadino 2 milioni di euro di sovrattassa, denaro confluito nelle casse regionali. Da parte mia l'encomio all'iniziativa di Komadina, ma andranno accettate le nostre condizioni». Il sindaco ha fatto presente la necessità di ingenti risorse anche per il restauro dello stabile: la Città potrebbe accendere un prestito, alla Regione spetterebbe il compito di restituirlo. «Questa è la mia condizione per giungere a un accordo», ha sottolineato Filipović.
Primo grande teatro europeo in cemento
Il Teatro Fenice, inaugurato nel 1914 quale primo grande teatro europeo costruito in cemento armato, fu progettato dagli architetti austriaco Theodor Traexler e fiumano Eugenio Celligoi e approntato in stile Secessione, con elementi di protocubismo e futurismo. In origine ospitava un teatro, un cabaret, un casinò, una sala concerti, saloni per eventi in società e un’area residenziale, nonché in seguito il ristorante Opera.
Chiuso durante la guerra Croato-Serba
Chiuso al momento dello scoppio della guerra croato–serba nel 1991, vent’anni fa è stato proclamato bene culturale della Repubblica di Croazia: ma nemmeno l’essere inserito nel prestigioso elenco gli ha evitato il degrado; Zagabria finora non ha stanziato neanche un euro per il progetto di riatto. L'edificio appartiene per il 90% all'azienda Rijekakino, da tanti anni sotto procedimento fallimentare, mentre l’altro 10% è della municipalità fiumana.
Luogo cittadino della cultura
Per lunghissimo tempo il teatro ha rappresentato uno dei luoghi cittadini della cultura, ospitando proiezioni cinematografiche, appuntamenti teatrali e anche concerti. Ora la speranza è quella di un accordo fra le due amministrazioni, comunale e regionale, così da farlo ridiventare luogo di aggregazione e cultura.