Tratta dell’Est: 77 cuccioli trovati in un furgone a Gorizia, una decina morta nel viaggio
GORIZIA Erano troppo piccoli e deboli e non tutti ce l’hanno fatta a sopravvivere all’allontanamento dalla madre e al lungo e stressante viaggio verso l’Italia, così una decina di cuccioli è morta.
Sono stati 77 i cani di varie razze provenienti dall’Est Europa sequestrati nei giorni scorsi dal personale del Settore di Polizia di Frontiera di Gorizia al termine di un controllo effettuato lungo la A34 su un furgone in ingresso dalla Slovenia.
Quando al valico confinario di Sant’Andrea gli agenti hanno chiesto all’autista di aprire il portellone posteriore del veicolo commerciale si sono trovati di fronte a piccole gabbie, scatole e scatoloni con i cuccioli ammassati gli uni sugli altri in violazione delle più elementari regole sul trasporto in sicurezza degli animali. E, in aggiunta, senza i permessi richiesti dalle normative vigenti.
A bordo sono stati trovati soprattutto bulldog francesi, maltesi, barboncini e bassotti, oltre a esemplari di altre razze in numeri inferiori. Erano probabilmente tutti destinati ad alimentare il mercato dei “Regali di Natale”.
Al termine delle operazioni di verifica effettuate anche con il supporto dei veterinari, i cuccioli sono stati sottoposti al vincolo del sequestro e in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria sono stati affidati a una struttura idonea alla loro accoglienza nella zona di Cormons.
Il conducente - uno straniero di 46 anni di cui non sono state fornite le generalità - è stato, invece, denunciato a piede libero per violazione delle norme sull’importazione e sul commercio di cani.
Il sequestro è stato effettuato nell’ambito dell’attività di controllo della frontiera nazionale legata alla temporanea sospensione del Trattato di Schengen. Le verifiche legate al contrasto dell’immigrazione clandestina, però consentono di intercettare anche altri tipi di attività illegali: dal contrabbando di animali a quello di droga.
Come ogni volta, anche in questo caso, viene ricordato che il commercio illegale di animali d’affezione alimenta un elevato giro d’affari sommerso che è necessario contrastare con determinazione e con campagne di prevenzione e sensibilizzazione. Spetta anche ai singoli non rivolgersi ai trafficanti. Al risparmio iniziale dell’acquisto, tra le altre cose, seguono spese vetrinarie anche importanti.