“Gli inginocchiati” debuttano a Fiume: «Abolire l’aborto», ma il Comune li attacca
foto da Quotidiani locali
FIUME. Finora si erano dati appuntamento soltanto nella capitale croata, a Zagabria, pregando genuflessi nella centrale piazza Ban Jelačić ogni primo sabato del mese, eventi caratterizzati dalla presenza della polizia e soprattutto di manifestanti che, con slogan e cartelli, esprimevano dissenso verso questi devoti cattolici.
“Gli inginocchiati”, come vengono definiti dall’opinione pubblica, si sono presentati per la prima volta a Fiume, pregando – una trentina di uomini e alcune donne – di fronte alla Cattedrale di San Vito. Con la città bagnata da fitta pioggia, i fedeli non si sono però persi d’ animo, recitando e cantando, attorniati dalle forze dell’ordine e da una quarantina di persone che hanno espresso la loro disapprovazione in modo sonoro, un gruppo guidato dai due vice sindaci di Fiume, Sandra Krpan e Goran Palčevski. Ma perché un simile atteggiamento nei riguardi degli inginocchiati, riuniti nell’associazione Siate virili (in croato “Muževni budite”)?Semplice. Sono uomini che si battono affinché l’ aborto in Croazia sia posto fuori legge, si rispetti la castità prematrimoniale e quella che viene da loro definita «la decenza femminile». In poche parole, l’ uomo deve venir posto al centro della famiglia, essere l’autorità che va rispettata in modo rigoroso, mentre la donna deve occupare la posizione che le spetterebbe «secondo natura». In più niente interruzioni volontarie della gravidanza, astenersi dal fare l’amore prima di essere sposati, con la donna che deve sempre contribuire affinché l’uomo sia la figura centrale in ambito familiare. Insomma, quanto basta – per gli oppositori – nel definire gli inginocchiati un mucchio di «gente retrograda, che vuole negare la parità tra l’ uomo e la donna, togliendo a quest’ultima la gran parte dei diritti garantiti da una società civile».
L’amministrazione comunale fiumana, con alla testa il sindaco socialdemocratico Marko Filipović, ha preso le distanze dall’associazione “Siate virili” e dalle preghiere all’aperto, affermando che bisogna pregare nelle chiese, moschee, sinagoghe e in altri luoghi di culto e non in piazze e vie. «Siate virili è un’organizzazione che si adopera per trasformare la Croazia in un Paese di stampo medievale, dove la donna viene considerata inferiore all’uomo e senza i diritti civili di cui gode attualmente – si legge nel comunicato dell’amministrazione Filipović – noi non permetteremo che ciò avvenga. Fiume è una città tollerante e multi confessionale, dove uomini e donne condividono i valori della società moderna e non si fanno differenze, né trionfano atteggiamenti tipici della misoginia. Sarà così anche in futuro».