Truffa degli assegni sociali, sequestro da mezzo milione in provincia di Pavia
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Denunciati 17 cittadini stranieri, verifiche su 500 casi sospetti: tra loro una donna che per mesi ha intascato il sussidio della suocera morta
PAVIA. Su 500 stranieri percettori degli assegni sociali controllati per scoprire irregolarità, 17 non ne avevano più diritto e così sono stati denunciati. Tra loro una donna albanese residente in Oltrepo che, dopo la morte della suocera, per alcuni mesi ha continuato a ritirare l’assegno della donna fino alla scadenza della carta associata al conto postale.
Il sequestro
Ieri mattina (28 febbraio) sono stati sequestrati 569mila euro: tutto il denaro trovato sui conti correnti degli indagati. L’inchiesta è stata condotta dal nucleo operativo dei carabinieri dell’Ispettorato del lavoro e dal nucleo investigativo del comando provinciale di Pavia.
Le indagini, coordinate dalla Procura della repubblica di Pavia, sono iniziate nel mese di maggio del 2022: i militari hanno esaminato circa 500 posizioni di persone straniere che beneficiavano dell’assegno sociale dell’Inps, destinato cittadini italiani e stranieri residenti in Italia con redditi inferiori a 6mila 500 euro annui. Si tratta di assegni di circa 503 euro su tredici mensilità che vengono sospesi se cambia la situazione reddituale oppure se si soggiorna all’estero per più di 29 giorni. Sono destinati alle persone di almeno 67 anni di età: si tratta della vecchia pensione sociale.
I carabinieri si sono subito insospettiti per situazioni anomale come quelle di stranieri non iscritti agli uffici anagrafe comunali, c’era qualcuno che non aveva scelto il medico curante ma sono stati considerati casi sospetti anche quelli di persone che non si erano sottoposti a vaccinazione durante il periodo del Covid. Nel corso dell’inchiesta i carabinieri hanno anche chiesto l’aiuto dei colleghi dell’Interpol per localizzare all’estero le persone che percepivano l’assegno oppure per verificarne il decesso.
Decessi senza comunicazione
Così gli investigatori dell’Arma hanno scoperto che alcune di queste persone avevano lasciato il territorio nazionale senza effettuare la comunicazione all’Inps e continuavano a prelevare (mediante circuito Atm) dal proprio paese di origine il denaro che veniva accreditato sul conto corrente italiano. Altri approfittavano di brevi periodi di lavoro in Italia come badanti per poi rientrare presso il paese di origine una volta ottenuto il beneficio dell’assegno sociale. C’era anche la truffa dei morti come quello della donna albanese. In pratica dopo il decesso dei titolari dell’assegno lo notizia non veniva comunicata agli uffici dell’Inps e i parenti continuavano a ritirare il denaro ovviamente senza averne diritto.
Al termine degli accertamenti i carabinieri hanno scoperto 17 persone che percepivano il sussidio senza averne diritto. Si tratta di due cittadini russi, un sudafricano, sei albanesi, un indiano, quattro ucraini, un peruviano, un uruguaiano e un romeno. Tra gli albanesi anche la donna che ritirava l’assegno per la suocera morta. La truffa ai danni dell’Inps era proseguita sino alla scadenza della carta Postamat che era associata al conto corrente della defunta. Al termine dell’inchiesta il Gip (giudice per le indagini preliminari) ha disposto il sequestro delle somma di denaro sui conti correnti intestati alle persone indagate e ai familiari. L’indagine partita da Pavia ha dato spunto ad un’inchiesta del comando carabinieri per la tutela del lavori che ha esteso la vigilanza sulle prestazioni sociali in tutto il territorio nazionale.