Negozi in crisi a Padova, Acc chiede gli Stati generali
«Chiederemo gli Stati generali del commercio, perché in città la situazione è drammatica e i dati che arrivano dalla Camera di commercio sono più che allarmanti. Nell’ultimo biennio hanno chiuso oltre 1.400 attività e solo nel 2023 sono state in 578 ad abbassare le saracinesche».
Massimiliano Pellizzari, presidente dell’Associazione commercianti del centro (Acc), si è preso qualche giorno di tempo per verificare le statistiche fornite dall’assessore comunale al commercio Antonio Bressa. E ora lancia l’allarme perché la crisi – secondo lui – sta mettendo in ginocchio decine di attività.
I numeri
L’analisi di Acc è ben più larga rispetto ai soli negozi presi in considerazione dal Comune. «Il settore dell’ingrosso è in grande sofferenza – sostiene Pellizzari – basti pensare che a fronte di 88 iscrizioni nel 2023 le cessazioni sono state 194 con un saldo negativo pari a 106 unità. La situazione di questo comparto è una cartina di tornasole, perché rifornisce tanti settori diversi e se chiudono i grandi allora vuol dire che siamo alla frutta. Il commercio al dettaglio nell’anno appena passato ha visto 107 negozi aprire ma anche 193 chiudere, con un saldo negativo di 86 unità. Ecco, vorrei capire come Bressa abbia potuto dire che a Padova ci sono più negozi rispetto a due anni fa e che nel 2023 siano stati 313 i nuovi imprenditori del commercio, perché se uniamo i comparti: ingrosso, dettaglio, ristorazione e immobiliare i dati ci dicono che siamo lontani da quella cifra».
Comparti in sofferenza
La ristorazione ha visto 90 esercizi cessare a fronte di 39 aperture. È andata male pure per le attività immobiliari, sempre nel 2023 le chiusure sono state superiori alle 100 unità, 69 le aperture e il saldo del comparto è stato negativo. «Quello che stupisce – continua Pellizzari – è che ci venga detto che tutto va bene e che i dati presentati siano positivi, quando invece andando in Camera di commercio si apre un vero e proprio vaso di Pandora tutto al negativo, che è poi quello che vediamo noi commercianti tutti i giorni».
Il settore s’interroga
Erano numerosi, ieri al Caffè Pedrocchi, gli esercenti che si sono riuniti per esprimere rammarico e malcontento nel vedere la città essere – a loro dire – sempre meno attrattiva a causa di continui cantieri, di parcheggi insufficienti e più cari rispetto alla media regionale. «C’è bisogno di ripensare questo settore che soffre da almeno dieci anni, c’è necessità di dare risposte a chi contribuisce a mantenere viva la città nonostante le difficoltà, perché la gente sta scappando via», hanno detto molti commercianti.
«Ormai ci sentiamo dire tutti i giorni che arrivare in centro è un vero e proprio incubo e in tanti ci raccontano di come sia più facile andare a fare shopping a Vicenza o Verona, lì le amministrazioni hanno saputo fare squadra con gli esercenti, ideando parcheggi gratuiti e sgravi fiscali. Aggiungo poi, che anche il parcheggio all’ex Prandina, se non sarà ripensato e realizzato in una posizione più vicina a corso Milano, rischia di essere un vero buco nell’acqua, perché nessuno vorrà farsi a piedi oltre un chilometro per arrivare nella zona commerciale».