Festa di San Savino di Ivrea, gli organizzatori non vogliono il direttore artistico
Ivrea. Due anni fa c’era la concomitanza dei mondiali di canoa, lo scorso anno le elezioni amministrative. Quest’anno a creare problemi all’organizzazione della festa patronale di San Savino c’è la presenza del direttore artistico, fortemente voluta dal sindaco Matteo Chiantore, che proprio non piace agli aspiranti organizzatori. Lunedì mattina è stato pubblicato l’avviso pubblico per individuare il soggetto al quale affidare la fiera equina e gli eventi collaterali della patronale (scadenza il 18 marzo).
Tre le novità di rilievo rispetto agli anni passati: un incarico triennale che consente al committente un orizzonte temporale più ampio in cui lavorare, programmare e cercare sponsor; un contributo comunale certo di 50mila euro annui; la presenza di un direttore artistico che avrà il compito di coordinare e armonizzare la parte legata agli eventi ludici e culturali con la fiera equina. Per questa figura il Comune ha emanato un bando che scadrà giovedì 29. Il direttore artistico che l’amministrazione comunale sta cercando dovrà occuparsi degli spettacoli, della comunicazione e della grafica, senza però interferire nella gestione della fiera equina. «Bisogna collegare le due sponde del fiume: quella del Parco Dora Baltea, dove si tiene la fiera equina, luogo ideale per questo tipo di manifestazione, e quella del centro cittadino che deve attirare le famiglie con una proposta forte di eventi collaterali di qualità».
Ai nastri di partenza per la patronale 2024 c’è l’associazione festa e fiera di San Savino guidata da Renzo Galletto, mentre il raggruppamento di Vincenzo Ceratti sta ancora ragionando su cosa fare e su possibili collaborazioni. Fuori dai giochi invece Eporedia 2004 di Elvio Gambione che da tempo non condivide la scelta del Comune di spostare i cavalli al Parco Dora Baltea.
«Presiedo un’associazione di professionisti, 14 persone con competenze che spaziano dalla sicurezza ai cavalli, dall’organizzazione di spettacoli al commercio – spiega Renzo Galletto -. Per me San Savino rappresenta principalmente l’occasione che la città ha di promuovere la cultura dei cavalli a livello internazionale. L’ho sempre concepita come strumento di promozione turistica con ricadute economiche sul territorio. Abbiamo organizzato la patronale con tre sindaci diversi (Della Pepa, Sertoli e Chiantore) e vorremmo continuare a farlo, ma non capisco l’utilità del direttore artistico».
Galleto spiega meglio il suo pensiero: «Questo direttore artistico rischia di ledere l’autonomia del committente e per noi essere autonomi è un elemento a cui non siamo disposti a rinunciare. Una cosa è concordare il programma, trovare aggiustamenti, cercare di coinvolgere il più possibile i commercianti e il centro storico, ma questa figura è inutile e dannosa perché rischia di interferire con il nostro lavoro. Pretendiamo che ci sia una committenza unica, senza spacchettamenti. Se il sindaco vuole un referente basta nominare un delegato che sia l’interfaccia del Comune con la nostra organizzazione».
La figura del direttore artistico convince poco anche Vincenzo Ceratti che nel fine settimana deciderà insieme alla sua squadra cosa fare. «Di certo non staremo fermi e vediamo bene anche una collaborazione stretta con l’associazione di Galletto – dice Ceratti -. Bene l’incarico triennale, da chiarire il ruolo del direttore artistico nominato dal Comune. Così come è stata ideato rischia di essere una figura inutile. Semmai può essere il committente a nominare il suo direttore artistico».
Chi non parteciperà al bando è Elvio Gambone. «La mia associazione resta a disposizione della città ma a certe condizioni. San Savino è la fiera dei cavalli e deve restare in città e deve far vivere la città. Il Parco Dora Baltea alla gente non piace e di questo bisogna tenerne conto. Se la gente è scontenta io non ci sono».