Per Alessio Canale Clapetto amare i libri crea legami con i lettori
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foto da Quotidiani locali
ANDRATE
«La cosa più appassionante del mestiere di bibliotecario, oltre a stare immerso nella cultura e nei libri a 360°, è il rapporto con le persone, di ogni età, che si sviluppa attraverso la passione comune per i libri». Così Alessio Canale Clapetto, 53 anni, di Andrate, racconta il lavoro di bibliotecario alla Biblioteca civica Carlo Trabucco di Castellamonte.
Quando inizia il suo rapporto con i libri?
«Il percorso che mi ha portato a essere assunto il 15 luglio 1998 a Castellamonte è tutt’altro che lineare – racconta Canale Clapetto –. Non avrei mai immaginato che i miei studi mi avrebbero portato fino a qui. Ho frequentato i Salesiani al Cagliero, i primi due anni di Ginnasio, e poi mi sono diplomato al liceo Botta di Ivrea. Era il 1990 e mi sono iscritto a Giurisprudenza a Torino, frequentando i primi due anni, fino al ’92, quando è subentrata una malattia agli occhi che mi ha causato un deficit visivo. Ho lasciato l’Università e mi sono dedicato a una serie di lavori: lavapiatti, aiuto cuoco, cameriere, assicuratore… A dare una svolta alla mia vita è stato un viaggio in California; quando sono tornato in Italia ho deciso di cambiare. Mi sono iscritto, era il ’96, ad un corso post diploma al Ghiglieno di Salerano e ho conseguito la qualifica di Istruttore tecnico museale. Durante il corso ho potuto fare uno stage alla Gam di Torino, dove successivamente sono andato a lavorare come archivista per l’archivio fotografico; era meraviglioso avere a che fare con le prime lastre fotografiche. In quegli anni mi sono anche occupato della catalogazione di una collezione privata di un fotografo torinese dei primi decenni del ‘900. Ho collaborato, inoltre, con il Museo di Arte contemporanea del Castello di Rivoli, catalogandone la biblioteca. Nell’autunno del 1997 è uscito il concorso per bibliotecario del Comune di Castellamonte, l’ho vinto e nel ’98 ho cominciato a lavorare alla Trabucco. Sono qui da ben 25 anni».
Qual è l’aspetto più interessante del suo lavoro?
«Sarebbe semplice dire che sono i libri, in effetti mi piace essere immerso nella cultura tutto il giorno, ma l’aspetto davvero più bello è il rapporto umano che si crea con le persone attraverso la passione per i libri. Rapporti con persone di ogni età: dai bambini più piccoli che arrivano con le mamme che leggono loro le storie nella sala di lettura agli studenti dei progetti scolastici, dagli adolescenti e universitari che vengono a fare ricerche e studiare,fino agli adulti e alle persone anziane che trovano un luogo tranquillo dove leggere».
Nel corso degli anni, però, la lettura dei libri è cambiata molto, le ricerche ci dicono che i giovani leggono meno e la biblioteca, per l’avvento di Internet, non è più il luogo principale dove attingere conoscenza ed informazioni.
Questo cambiamento lo ha potuto vedere anche nei suoi 25 anni di servizio?
«La biblioteca stessa si è trasformata costantemente negli anni; è stata fondata nel 1971 e prima venivano molti lettori a consultare le enciclopedie, mentre oggi le ricerche si fanno prevalentemente online. Per questo è cambiata anche l’offerta: una ventina di anni fa abbiamo creato una sala multimediale con la connessione ad Internet e diverse postazioni Pc. Qui vengono bimbi piccoli per la nostra sezione dedicata ai libri dell’infanzia, gli alunni delle scuole con i loro docenti, un buon numero di stranieri che trovano anche un accesso alla rete che magari a casa non hanno. Abbiamo un archivio storico e il centro studi “Costantino Nigra”, più una sala di lettura intitolata a Riccardo Bossino (33enne di Castellamonte scomparso nel 2006, ndr). Ma non è solo un luogo dove si custodiscono libri, è un luogo vitale di cultura. Un modo per riportare le persone in biblioteca attraverso molte iniziative come quella per i più piccoli, il progetto Nati per Leggere, le conferenze e gli incontri con gli autori, gli eventi delle associazioni culturali, i corsi dell’Unitre e la collaborazione con l’associazione culturale Terra Mia; abbiamo anche la Lampada di Aladino, vale a dire un pc touch screen con immagini e video d’epoca forniti dall’Archivio audiovisivo canavesano e recentemente abbiamo creato una sezione dedicata nello specifico al teatro. Direi che la biblioteca non è più solo un luogo di lettura, ma anche di incontro e di scambio culturale». In futuro ci saranno cambiamenti?
«Uno importante avverrà nei prossimi mesi. Il Comune di Castellamonte ha deciso di ristrutturare completamente il vecchio edificio che ospita la biblioteca, che verrà spostata temporaneamente in un’altra sede. Per il tempo necessario ad avere nuovi spazi più funzionali e moderni a disposizione di tutta la comunità».