Nomina dei coordinatori, naufraga il tentativo di ricomporre la frattura nell’Unione italiana
ALBONA. Nessun risultato concreto nella sessione dell’Assemblea dell’Unione Italiana, svoltasi nella sede dei connazionali di Albona dopo lo strappo seguito alla decisione della Consulta dell’Unione Italiana di Capodistria di nominare in modo autonomo, senza consultarsi, il nuovo coordinatore dell’UI per la città slovena, nella figura di Astrid Del Ben. Una mossa che non ha precedenti, considerato che finora Consulta e Assemblea avevano sempre agito congiuntamente e alla luce del sole. Una mossa talmente inattesa e dirompente che molti connazionali hanno parlato di unitarietà infranta tra gli italiani rimasti a vivere in Jugoslavia, prima, e Slovenia e Croazia poi.
L’articolo 9
Il presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana, Paolo Demarin, ha fatto chiaramente sapere che per lui resta in vigore l’articolo 9 del Regolamento di procedura. Articolo in base al quale il coordinatore dell’Unione con sede a Capodistria è e resta Maurizio Tremul, presidente della massima organizzazione degli italiani di Istria, Quarnero, Dalmazia e Slavonia.
«Fanno fede le leggi in materia, lo Statuto dell’Unione e il Regolamento di procedura – ha asserito Demarin – e pertanto non è possibile riconoscere la nomina di Astrid Del Ben, avvenuta lo scorso 9 gennaio da parte di sette consiglieri su 10 della Consulta di Capodistria, riunitisi in gran segreto, senza informare nessuno».
Il dibattito che ne è seguito (ai consiglieri sono stati forniti verbali e decisioni sulla scelta di Del Ben in luogo di Tremul) è stato molto acceso e non ha portato ai chiarimenti necessari. Un quadro già complesso che si è ulteriormente complicato.
Tre ricorsi
A questo punto si dovrà attendere l’esito dei tre ricorsi inoltrati in relazione alla nomina della nuova coordinatrice. «Posso dire di avere le mani legate e dunque bisogna dare tempo al tempo. Comunque, nell’attesa di sapere come andrà a finire con i ricorsi – ha aggiunto – voglio comunque ribadire che l’Unione Italiana è una sola, riconosciuta a livello internazionale quale rappresentante degli italiani di Croazia e Slovenia, interlocutore istituzionale dei due Stati e che la nostra Assemblea rappresenta con i suoi 75 seggi tutte le Comunità degli Italiani».
Consiglieri contrari
Nel corso della discussione, alcuni consiglieri si sono schierati contro la decisione della Consulta, altri l’hanno appoggiata, dicendo che successivamente si dovrebbero armonizzare statuti e regolamenti con quelli che sono i provvedimenti emanati da Zagabria e Lubiana.
Un nulla di fatto dunque ad Albona, con la vicenda che promette sviluppi non facili da digerire per le parti in causa. Restando in tema di Comunità nazionale italiana, va rilevato che il polese Furio Radin (parlamentare in carica dal 1992), in qualità di candidato, e il fiumano Marin Corva, suo sostituto, hanno consegnato alla Commissione elettorale centrale la candidatura per le consultazioni politiche in programma il prossimo 17 aprile in Croazia. La loro candidatura riguarda come noto il seggio specifico italiano al Sabor (Parlamento) della Repubblica di Croazia.