Lorenzo Musetti fatica, ma batte Juan Manuel Cerundolo all’esordio nel Challenger di Cagliari
Dopo due ore e 20 minuti di match infinitamente più complicato del previsto, Lorenzo Musetti trova il modo di battere l’argentino Juan Manuel Cerundolo (fratello del più noto Francisco) per 7-6(4) 7-6(4). Il toscano esordisce così con successo al Challenger 175 di Cagliari, alias Sardegna Open, e ai quarti di finale troverà uno tra il portoghese Nuno Borges, alla migliore stagione in carriera, e il giapponese Yoshihito Nishioka.
Nel primo set Musetti riesce a partire bene, in virtù del break ottenuto nel terzo game. L’italiano gioca in maniera tutto sommato buona, ma quando si trova sul 4-1 la pioggia, già problematica nella giornata, inizia a diventare più insistente. Dopo 10 minuti di incertezza sulle sedie i due riprendono, ma il toscano, dal 4-1 0-30, si disunisce. Questo anche perché Cerundolo trova il modo di tenere in mano la situazione da fondo, dove s’incolla e non lascia mai tregua. Risultato: controbreak con dritto lungo dell’italiano. Ancora sul 5-4 Musetti non sfrutta una risposta e, pochi minuti dopo, è lui a doversi salvare dal 5-5 30-40, quando l’argentino sbaglia la risposta. Si va al tie-break, che però comincia dopo 20 minuti e un acquazzone. Lo domina il classe 2002 di Carrara, che trova un paio di punti dei suoi: un gran passante di rovescio per il 6-3 e un altro in corsa per chiudere sul 7-4.
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Questo esito del set d’apertura, dopo un’ora e 18 minuti, sembra in grado di lanciare in maniera definitiva Musetti, che ottiene subito il break con un gioco che appare decisamente più frizzante rispetto alle fasi precedenti. Nel complesso, fino al 5-1 tutto sembra filare liscio per il toscano. Il problema, però, è che liscio non fila quel che segue. Arrivano infatti difficoltà improvvise, tra parziali passaggi a vuoto e Cerundolo che di mollare non ne ha alcuna intenzione. Punto dopo punto, l’argentino riesce ad arrampicarsi fin sul 5-5, salvo poi cedere la battuta a zero un’ulteriore volta. Finita? Neanche per sogno, perché c’è di nuovo il controbreak che fa sì che un parziale di tanto difficile lettura si concluda al tie-break. Non solo: va a chiudersi esattamente con lo stesso punteggio del primo, e di nuovo con un Musetti che riesce ad essere incisivo quel tanto che basta per porre fine a un match chiuso in molto più tempo del previsto.
Di quel che può confortare Musetti c’è senz’altro il fatto di aver servito normalmente con la prima (69% di punti vinti nonostante in campo entrasse il 59%) e anche con la seconda (59%). Per l’argentino 61% (67%) e 50%.