Danni alle nuove serre dell’Orto botanico di Padova: scatta la perizia del Tribunale
foto da Quotidiani locali
L’Università ha chiesto una perizia al Tribunale sulle vetrate delle “nuove” serre – realizzate tra il 2010 ed il 2013 – dell’Orto Botanico per valutare se i danni riscontrati siano riconducibili a normale sollecitazioni e usura o se, piuttosto, i problemi che hanno portato alla chiusura degli spazi per tutto il 2024, non siano riconducibili a difetti di progettazione o della successiva costruzione.
I riscontri del Tribunale serviranno quindi a stabilire chi dovrà intestarsi i lavori di recupero ed eventuale miglioria.
Ma andiamo con ordine.
I problemi hanno inizio nel 2017 con le prime rotture delle lastre di vetro che costituiscono le facciate perimetrali delle serre del Giardino della Biodiversità.
A luglio 2023, quindi, dopo la chiusura delle serre, il Bo chiede un accertamento tecnico preventivo (Atp) al Tribunale con l’obiettivo di poter programmare gli interventi necessari a rimediare ai problemi riscontrati.
L’obiettivo è quello di approfondire lo stato delle vetrate di fronte al ripetersi degli eventi: il dubbio maturato nel corso delle verifiche è che, al di là dei danni provocati da pesanti episodi di maltempo, le rotture non siano riconducibili necessariamente – o esclusivamente – all’usura o che questa possa essere stata in qualche modo accelerata laddove a vestire le serre dell’Orto Botanico sono vetrate di specifica fattura e come tali particolarmente delicate.
Lo scorso ottobre quindi, il Tribunale, per mano della presidente Caterina Santinello, accoglie la richiesta di Atp che «ha il compito di accertare eventuali rovine e difetti dell’immobile e relativo risarcimento danni».
Chiamati in causa, quindi, la Cav Carron Angelo Spa in qualità di principale appaltatrice dell’opera e i singoli progettisti: VS Associati Srl, rappresentato dall’architetto Giorgio Strappazzon; Sint. Ingegneria Srl; Studio Simoncello Associati e Arch. Andrea Spoldi.
Si arriva quindi a oggi con le operazioni peritali in corso per opera del consulente tecnico d’ufficio assistito dai consulenti tecnici nominati dalle parti: l’orizzonte per la presentazione della relazione finale in Tribunale è prevista per la fine di luglio. Una volta conclusa la perizia saranno adottati gli interventi necessari.
«L’Università è impegnata a sviluppare un progetto di ripristino delle facciate e, a tal fine, sta provvedendo a uno specifico incarico di progettazione definitiva finalizzata a un appalto integrato di progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori» fa sapere il Bo «le lavorazioni verranno effettuate dopo la conclusione dell’accertamento tecnico preventivo, che fisserà gli elementi probatori di fatto. In esito all’Atp l’Ateneo deciderà quindi l’eventuale richiesta di risarcimento dei danni».
Dal canto suo la Carron Costruzioni fa sapere che «le verifiche in atto sono state prese di comune accordo e che sono in corso tutti gli step previsti dalla normativa».
Appare evidente che il bene in gioco – l’Orto Botanico è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco nel 1997 come bene culturale di valore globale – costituisce un’importanza tale da far convergere gli interessi nel miglior recupero possibile.
Nel frattempo, tuttavia, i visitatori dell’Orto Botanico più antico del mondo nella sua collocazione originaria – fondato nel 1545 – quest’anno dovranno “accontentarsi” di gironzolare tra l’Orto antico, le serre ottocentesche, l’arboreto e il Museo botanico. Per capire la considerazione di cui gode nel mondo, basta la motivazione che ne giustifica il riconoscimento da parte del Comitato Unesco: «L’Orto Botanico di Padova è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia».