È morta Rita Grusovin Mattioli, fu la colonna della storica Standa a Gorizia
foto da Quotidiani locali
GORIZIA. Un simbolo. Un punto di riferimento. La Standa ha fatto, indiscutibilmente, la storia del commercio a Gorizia. E con essa anche le cosiddette “standarine”, coloro che lavoravano nei popolari grandi magazzini fra via Contavalle e corso Verdi dove, oggi, ha sede il centro commerciale Ganassin 55. Un’altra epoca.
Ed è perfettamente comprensibile il grande cordoglio che ha scatenato la notizia della scomparsa di Rita Grusovin Mattioli. Già, un altro pezzo di storia goriziana ci ha lasciati. Rita, per ben 37 anni, è stata dipendente alla Standa, prima in veste di impiegata amministrativa, poi come capo-settore.
Nata nel 1933 a Gorizia, allieva delle Madri Orsoline, in gioventù fu legata alla chiesa dei frati francescani della Castagnavizza dove, giovanissima, incontrò colui che sarebbe diventato il futuro e amato marito, il maestro Antonio Mattioli, da poco esule da Pola assieme alla famiglia, divenuto poi stimato direttore didattico a Gorizia. Rita entrò alla Standa nel 1950 e, qui, visse tutta la sua carriera professionale. Dieci anni più tardi si sposò e fu la prima dipendente a poter conservare il posto di lavoro nonostante il matrimonio: fino allora, infatti, alla Standa non era consentito lavorare alle donne coniugate. E rimase nella “sua” azienda anche dopo la nascita dei tre figli.
La vita non le ha risparmiato sofferenze e amarezze, tra cui la recente tragica scomparsa del primogenito. Nondimeno, accompagnata da un sorriso amabile che mai l’ha abbandonata, ha conservato una forza d’animo ammirevole che le ha assicurato l’affetto sincero da parte di tutti coloro che l’hanno conosciuta, a cominciare dalle sue ex colleghe, le standarine, come pure dai numerosi direttori che hanno guidato la filiale. Da lì potè esser testimone diretta di tutti i principali cambiamenti del nostro recente passato, dalla crisi del secondo dopoguerra al boom economico. Restano indimenticate il tratto gentile, discreto e la disponibilità all’aiuto verso tutti coloro che, a lei, sono ricorsi.
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Le ex colleghe, nel rimarcare la sua dedizione al lavoro, la ricordano «sempre trafelata, attenta a fare le cose per bene, l’ultima a lasciare ogni giorno la sede di corso Verdi per raggiungere i suoi familiari». Tantissime sono le manifestazioni di vicinanza pervenute sia alla famiglia, sia ai tanti amici, il cui dolore è lenito dal ricordo di una persona «buona e generosa». Il rito funebre sarà celebrato nella chiesa di sant’Anna oggi alle 9.
Del resto, la Standa era un riferimento. Lì trovavi di tutto. Era il grande magazzino per eccellenza. Nel piano interrato c’era il supermercato, poi nei piani superiori l’abbigliamento, i casalinghi, gli articoli sportivi: di tutto, di più. La Standa (acronimo di “Società anonima tutti articoli nazionali dell’arredamento e abbigliamento”) la ricordano in tanti a Gorizia. Non solo un luogo molto rifornito in cui fare gli acquisti e rinnovare il proprio guardaroba ma anche (e soprattutto) un luogo d’incontro, un rifugio invernale per i “vascheggiatori” più incalliti e più infreddoliti lungo corso Verdi. L’azienda, per i lettori più giovani, è stata una catena italiana di supermercati fondata nel 1931 e attiva nel settore dei grandi magazzini di fascia media alimentari e non. Come tale, cessò di esistere in tutta Italia nel 2002 sopravvivendo, limitatamente al settore alimentare, fino al 2010.
È stato un marchio che ha attraversato numerose e profonde trasformazioni societarie, a causa dei differenti gruppi che lo hanno posseduto. Ora, di tutta quell’esperienza economica e commerciale è rimasto soltanto un ricordo. Bello.