Comunali a Gradisca, Verdimonti lancia la sua sfida fuori da logiche di partito

foto da Quotidiani locali

GRADISCA Sessanta candidati, un solo slogan: “Rilanciare Gradisca uscendo dalle logiche di partito”. Hai voglia a chiamarlo “terzo incomodo”. Claudio Verdimonti e le 4 civiche che lo sostengono, ne sono convinte: altro che vaso di coccio tra i vasi di ferro di centrodestra e centrosinistra. L’obbiettivo è sorprenderli entrambi.

Si è presentata ieri al Mulin Vecio, la coalizione civico-centrista “Gradisca Al Centro” (appunto) che riunisce le esperienze di Civica Fvg – la lista del 4 volte candidato sindaco Verdimonti, riferimento imprescindibile dell’opposizione da oltre 20 anni –, Per il bene Comune (la civica che ha “strappato” da tempo con l’uscente maggioranza) e le nuove entrate Gradisca Pulita e Gradisca Viva, portate in dote da Fabio Barletta, ormai ex referente cittadino di Fratelli d’Italia.

In platea ascoltano anche due ex sindaci, Gianni Fabris e Franco Tommasini, quest’ultimo pubblicamente insignito dell’onore delle armi. «Gli va riconosciuta la capacità di essere stato capace di reperire risorse, provenissero da destra o da sinistra, cosa che questa amministrazione non è stata capace di fare, con la facile scusa delle risorse andate solo ai comuni amici», sferza Verdimonti, affiancato dai coordinatori: il fido braccio destro Alessandro Grandi, Rocco Sinicropi (Bene Comune), Luca Usopiazza (Gradisca Pulita) e il citato Barletta. «Mi candido per la quarta volta. Che noia, si dirà – ha scherzato Verdimonti –. Stesso commento fatto da mia moglie. Ma non potevo stare a guardare come è stata bistrattata Gradisca da 10 anni di amministrazione e come è stata svilita dai recenti giochi politici che hanno trattato i cittadini e i loro interessi come pura merce di scambio».

«Sogniamo una Gradisca nuovamente a colori, non in bianco e nero. Una Gradisca riferimento mandamentale e culla di un certo fermento culturale. Una Gradisca in cui l’Isonzo e il Castello sono nuovamente al centro delle proposte». Non mancano gli spunti critici: «sui mancati introiti legati alla lunga chiusura di Enoteca e Caffè Centrale». Nel primo caso, poi, «anche un mancato guadagno per l’ente». E rilancia, Verdimonti, su Cpr e Cara: «Vogliamo la loro chiusura, ma in attesa che cambino le leggi nazionali sull’immigrazione dobbiamo conviverci: diventino opportunità, con un centro di formazione professionale ed educazione civica per i migranti che hanno diritto di rimanere sul territorio».

Barletta attacca sulle opere incompiute: «Siamo rimasti fermi a 10 anni fa, perdendo tempo, risorse e visibilità. Al di là della nuova primaria, finanziata col Pnrr, si pensi a come sono stati gestiti certi lavori: PalaZimolo, Monte di Pietà, incrocio del Bottegone e leone, inaugurato a cantiere ancora aperto con la scusa del Centenario». Sinicropi rivendica la genesi della civica Bene Comune: «Dialogo impossibile con questa maggioranza, l’amarezza lascerà spazio alla volontà di rimettere in gioco quelle idee in un contesto non politico». E Usopiazza: «Siamo stati definiti in molti modi, ma siamo solo persone perbene che vogliono fare del bene»