L’inizio dell’era Mondi alla Cartiera di Duino: «Nuova linea operativa entro aprile del 2025»
TRIESTE Le ruspe sono al lavoro e non smettono neppure durante l’happening con cui la multinazionale britannica Mondi ufficializza l’investimento da 200 milioni per dar nuova vita alla Cartiera di Duino, trasformandola in un impianto per la produzione di cartone da imballaggi da materiale interamente riciclato.
La giornata di sole e cielo terso fa da sfondo alla cerimonia convocata per le sole autorità. A fare gli onori di casa c’è il top management di Mondi: il ceo del gruppo Andrew King e il responsabile per la produzione di cartoncino ondulato Markus Gärtner. Venuti a Duino per assicurare che la linea interamente nuova partirà entro il primo quadrimestre 2025 e sfrutterà esclusivamente carta da riciclare.
Nei discorsi dei vertici della multinazionale cartaria c’è insistenza continua sul concetto di economia circolare e sostenibilità, al punto che invece della posa della classica prima pietra si opta per quella di un albero, «segno della rinascita» di un sito industriale che da vent’anni sperimenta un declino costante che l’ha portato da 700 a 190 dipendenti, costretti a vivere una vita in cassa integrazione.
Ora è il tempo della ristrutturazione industriale. «Nei prossimi due mesi questo posto cambierà volto di settimana in settimana», dice Gärtner. Poi verrà il momento delle assunzioni. Mondi inserirà già ora una serie di figure manageriali e impiegatizie, ma la vera svolta dovrebbe arrivare in un paio d’anni: l’età media nell’impianto è alta e si procederà con prepensionamenti per facilitare l’ingresso di forze fresche. Quante non si sa ancora. Nel frattempo ci saranno i corsi di riqualificazione per i lavoratori in forze, attualmente a casa con contratto di solidarietà.
Le cifre in ballo non vengono citate mai nel corso dell’evento. King fa vibrare altre corde: «Siamo in una bellissima location fra colli e mare. Mondi è fortemente incentrata sull’attenzione all’impatto ambientale e puntiamo a costruire un’economia circolare basata sul riuso. Trieste è alla confluenza di diverse culture, qui ci sono cultura e arte, ma anche ricerca scientifica: ci sono molte somiglianze tra questa terra e il nostro gruppo, con la sua cultura inclusiva e la voglia di lavorare con la comunità. Questa regione è ricca di brand globali ed è eccitante farne parte e poter supportare l’industria locale».
La strategia è figlia del tempo che cambia. La crisi dell’editoria ha segnato il declino della produzione di carta patinata. Ora tira il cartone: quello dei pacchi che ogni giorno arrivano a casa attraverso l’e-commerce. Gärtner non ci gira attorno e brandendo una scatolina spiega che «il nostro standard di vita oggi non sarebbe possibile senza una scatola semplice come questa. Pensate alla pizza che vi arriva a casa o all’ultimo vestito ordinato su internet. Entro metà 2025 produrremo 400 mila tonnellate di cartone riciclato al 100%», che servirà anche per usi alimentari e industriali, oltre che per la logistica. Poi arriva pure la spiegazione tecnica: «L’Italia ha un surplus di carta da riciclare e un deficit di produzione di imballaggi. Siamo qui per connettere questi due elementi».
Mondi opera in 30 diversi paesi fra Europa, Nord America, Africa e Medioriente, dando lavoro a 22 mila persone. Ha rilevato lo stabilimento di Duino da Burgo nel gennaio 2023 per 40 milioni, puntando alla produzione di cartone riciclato per l’Italia, l’Europa centrale e l’area mediterranea. Nel 2023 la multinazionale vanta un fatturato da 7,3 miliardi e investimenti per oltre un miliardo.
Il direttore di stabilimento Bruno Cottone ha dovuto gestire «molti anni di gloria e poi di continuo declino: ora siamo nella famiglia Mondi e abbiamo nuova prospettiva per il sito. Siamo orgogliosi di far parte di una sfida importante». Il sindaco di Duino Aurisina Igor Gabrovec parla di «giornata memorabile dopo due decenni di incertezza per le famiglie: Mondi sta investendo risorse importanti». Il sindacalista della Cgil Riccardo Uccheddu si augura che «sia l’inizio di una lunga storia di successo per lo stabilimento e i lavoratori, dopo 20 anni di sofferenze».