Roland Garros, Paolini: “Ero la prima a non credere in me stessa. Sono solare di natura”-
Jasmine Paolini in quello che poteva essere un giovedì come tanti ha reso il 6 giugno 2024 un giorno come pochi. L’azzurra battendo Mirra Andreeva si è regalata la prima finale Slam, al Roland Garros contro Iga Swiatek, e un clamoroso best ranking di n.7 al mondo. Un risultato frutto del lavoro e della voglia di superarsi costantemente e di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Come ha sottolineato in una gioiosa conferenza stampa, dove sono emerse la gioia e l’emozione di un risultato fino a pochi mesi fa più che inimmaginabile.
Vanni Gibertini (Ubitennis): “Secondo turno US Open 2021 contro Azarenka, quando ti fece i complimenti e parlò per diversi minuti di quanto giocavi bene. Sembravi quasi incredula. Ci sono stati momenti di quel tipo quando hai ricevuto dei feedback che ti hanno fatto credere di poter andare più avanti nell’ultimo periodo?“
Paolini: “Sinceramente spesso mi sono sentita dire che giocavo bene e avrei potuto fare di più, che avrei potuto fare grandi cose. Ma forse io ero la prima a non crederci fino in fondo, è questo che un pochino è cambiato nell’ultimo periodo. Chiaramente i risultati sul campo li posso toccare con mano, sono cose più concrete di una persona che mi dice che posso giocare bene e fare grandi cose. Però avevo bisogno di prove, che sentissi mie. Partite vinte, ma anche partite perse però lottate contro giocatrici forti e quindi l’ho acquisito un po’ piano piano“
D: “I tuoi ci saranno alla finale? La principale però domanda riguarda l’aspetto mentale del tuo torneo. Con Rybakina hai avuto un momento di difficoltà però sei rimasta dentro al match, e quando si è scaldato sei stata mentalmente più forte di lei. Oggi era una situazione particolare per entrambe, però è chiaro che quando affronti una semifinale contro una giocatrice non di primissimo livello magari un po’ da favorita puoi essere un po’ nervosa. Ma quando hai trovato il tuo ritmo sei stata sempre dentro la partita. Anche quando hai servito per il match, quando avrebbero potuto affiorare pensieri strani, hai fatto quattro punti di fila. Ti chiedo se il segreto oltre alla qualità del gioco sia anche questa forza mentale“
Paolini: “Ieri ho cercato di accettare la situazione, perché poteva succedere e non dovevo farmi condizionare da questo e arrabbiarmi troppo, perché altrimenti sarei andata fuori dal match. Oggi era una situazione completamente diversa, e non so se ero favorita, perché con lei ci avevo perso di recente ed è una giocatrice che ha sì 17 anni ma ha fatto già 3 ottavi Slam. A livello Slam ha sicuramente giocato sempre meglio di me, quindi era una situazione strana, sia per me che per lei. All’inizio ero parecchio nervosa e facevo fatica. Poi quando ho fatto il break mi sono un pochino sciolta, anche se sono stati game difficili perché potevo subire il contro-break. Poi è filato un pochino tutto liscio. Ora sto organizzando per far venire i miei, credo sia un momento pazzesco anche per loro ed è giusto che se lo godano“
Ubaldo Scanagatta: “Ti aspetti di essere nervosa contro Swiatek? Poi hai detto che fai piccoli passi, che non sogni tanto in avanti…però sei diventata n.7 del mondo intanto. E quando le altre italiane erano top 10 tu dicevi ‘chissà se io lo diventerò mai’ o non ci hai mai davvero pensato? Con la Swiatek hai perso due volte, molto nettamente, che ti aspetti?“
Paolini: “Forse ci ho pensato, ma non l’ho sognato così chiaramente. Sono cose difficili da sognare per una fatta come me. Mi sembra incredibile, ma mi sto godendo anche il torneo, il momento, non lo sto realizzando tanto. Con Iga sicuramente sarà una partita dura, non so se entrerò in campo nervosa ma credo di sì, sarebbe anormale non esserlo. Spero di essere anche un po’ nervosa, perché è giusto che ci sia anche un po’ di tensione. Sarà una partita difficile, è una finale contro Iga che ha già vinto tre volte qua. L’obiettivo sarà divertirmi, godermi la partita e cercare la prestazione“
D: “Complimenti per la bellissima vittoria. Domani giocherai anche la semifinale del doppio. Questo ti aiuta a restare concentrata fino a sabato?“
Paolini: “Sono contenta, anche perché siamo in semifinale. Sarà un match, spero che mi aiuti. Ma al di là di quello domani scenderò in campo per giocare il doppio con quel pensiero lì“
D: “Credi che questo essere più piccoline di voi italiane (tu, Trevisan, in passato Sara e Vinci) in realtà poi crei l’antidoto per queste donne molto potenti che vengono dall’Est? E che soddisfazione ti dà poter mettere in campo tante cose diverse come hai fatto oggi e poter mettere in campo una partita in maniera tattica così perfetta, di imporre tu il gioco quando dovrebbe essere il contrario, di tenerla lontana e schiacciarla lì, costringerla all’errore…quanta soddisfazione hai nella tua testa?“
Paolini: “Sono contenta di come l’ho gestita perché non era una partita facile. Lei è completa, difende bene, serve bene, è una giocatrice molto pericolosa e fortissima, gioca in quel modo a 17 anni. Per l’antidoto per forza, altrimenti non sarei qui, una via bisogna trovarla, e sicuramente non sarà quella di chi serve a 180/190, altrimenti è difficile arrivare a giocare ad alti livelli“
D: “Cosa facevi, e se eri davanti alla televisione il giorno in cui hanno giocato la finale Francesca Schiavone nel 2010 e poi Sara nel 2012“
Paolini: “Quella della Schiavone ce l’ho chiarissima, perché ero al circolo e penso che mi allenavo davanti alla TV insieme agli altri ragazzini. Per quella di Sara mi dispiace, ma la sua ero anche più grande, magari stavo facendo altro. (Risata) Ce l’ho meno chiara. Quando Francesca ha vinto eravamo tutti felicissimi, tutti bambini e ragazzini davanti alla TV, è stato un momento pazzesco e sembrava incredibile che avesse raggiunto un risultato del genere. Ora ci stiamo prendendo l’abitudine: ha vinto lei, ha vinto la Pennetta, Jannik uguale, n.1 del mondo. Sembrano risultati quasi normali ma non lo sono. Lì è stata un’emozione pazzesca“
Paolo Di Lorito (Ubitennis): “Prima in inglese ti hanno chiesto come fai ad essere così solare e tu hai risposto che è una cosa quasi innata. Però parallelamente nel tennis femminile vediamo un sacco di tenniste come Osaka, Swiatek che parlano di problemi legati anche alla depressione. Considerando il vostro stile di vita sempre pieno di viaggi, che consiglio daresti su come trasmettere questa cosa che tu hai naturalmente magari a qualcuno?“
Paolini: “Non mi sentirei di dar consigli, è il mio modo di essere e a me fa star bene. Magari altre persone sono fatte diversamente. Se non ho questo spirito solare diventa dura, vedo tutto nero e quindi delle volte mi sforzo anche. Mi dico che sono in una buona posizione, che faccio qualcosa che mi piace e quindi anche nei momenti difficili mi sforzo. Ma è proprio un modo di essere mio, sono così da quando sono piccola, quindi non mi sento di dare consigli“