Bellinzona, la coalizione come il giardino: «Fiori diversi, ma con il profumo del fare»
STRADELLA. Gianpiero Bellinzona, 67 anni, già comandante della polizia locale, sposato con Antonia Meraldi (un passato da vicesindaca a Stradella e consigliera provinciale), in corsa per fare il sindaco stradellino (anche la consorte in lista: affiatati nella vita e in politica)), assicura che, comunque vada l’8 e 9 giugno, continuerà a fare quello che ha fatto anche ieri e ieri l’altro: occuparsi del suo giardino e del suo orto. Giocando con gli adorati cani, Maia e Rex , due setter inglesi. Il frutteto, il guardino, la terra stradellina: le sue radici. Li erano anche le radici di suo padre Carlo (con ricordi indelebili nella Resistenza) e sua madre Piera. Lì ha coltivato la sua storia.
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Fabbrica, divisa e ...
Dopo le professionali, il Gianpiero, nel 1974 , va in fabbrica: reparto programmatore alla Necchi Campiglio di Pavia. Pavia e le ciminiere «la seconda provincia più industrializzata di Lombardia», dice. Altra storia. Anche la sua. Intanto si diploma ragioniere alle serali del Bordoni. Nel 1979 partecipa al concorso per un posto di vigile urbano a Stradella e entra in servizio. Intanto il Gianpiero partecipa anche a un corso regionale come tecnico d’igiene. Inizia così il suo percorso professionale che lo porterà a diventare comandante della polizia locale stradellina, ma Bellinzona non perde di vista la voglia di fare, di buttarsi nella mischia, lui che, ad un primo impatto sembra persona pacata. Vaglielo a dire a chi l’ha visto partire da volontario per raggiungere Solofra, colpita, nel novembre del 1980, dal terremoto che ha martoriato l’Irpinia.
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«Ero nel campo allestito dalla Regione Lombardia – ricorda – situazione drammatica, mezzi e risorse che non erano quelle di adesso». La voglia di fare gli bolle dentro: come nel 2014 per dare una mano a Genova, devastata dal fango per l’esondazione del Bisagno. Sembra pacato, il Bellinzona Gianpiero: poi lo ritrovi a coltivare, oltre al frutteto, una passione rombante condivisa con la moglie. I motori: i Gran Premi di Formula Uno e i rally (da commissario di gara). Poi, però, c’è Stradella nel cuore e in testa. Non sarà un segreto, ma la cosa, mentre la racconta, sorprende: «Ho un archivio in cui raccolgo, da anni, ogni notizia che riguarda la mia città, foto comprese. Migliaia di fatti e immagini. Una cosa l’ho capita: di come la storia si ripeta e di come la politica d’un tempo fosse diversa». Eccola, la politica.
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«Ascoltare e fare di più»
«Penso al nostro ospedale – dice – nato dallo sforzo congiunto di politici di aree diverse: Ercole, sindaco leghista di Broni; Visponetti sindaco di Torre Civica e, soprattutto, l’assessore regionale Abelli di Forza Italia. Dalla loro attenzione al territorio è nato l’ospedale che ora andrebbe potenziato con l’energia di allora». Già l’ospedale: lui c’è stato, il Gianpiero, e se l’è vista brutta. Marzo 2020. Ci si ammalava e si moriva di Covid. Il virus l’ha preso e ha provato, non riuscendoci, a portarselo via. «In quei giorni nel reparto di Medicina – dice – ho visto il sacrificio di medici e operatori sanitari. Il nostro ospedale è una risorsa di umanità oltre che di assistenza».
Se dal Covid si è usciti, c’è un’altra minaccia che inquieta Bellinzona (e non solo lui). «Mio fratello e mio cognato sono morti di mesotelioma, il tumore dell’amianto – dice – c’è ancora troppo amianto a Stradella, troppi lutti:è stato un grave errore che il Comune sia rimasto fuori dall’area nazionale Sin per gestire la bonifica». Problemi e soluzioni da cercare: dall’ambiente, al disagio sociale, alle vecchie e nuove solitudini di Stradella che il Gianpiero Bellinzona ha presente: quelle dei disabili , degli anziani e delle loro famiglie e di quelle di chi lavora nelle logistiche con scarse strutture di sostegno. Bellinzona, da candidato ha un’idea: «Quella di non lasciare indietro nessuno».
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«Anche quando ero vigile urbano – dice – mi piaceva ascoltare la gente. E’ da lì che si deve partire». C’è la sua coalizione in viaggio, quella nata a metà aprile dall’accordo tra “Alleanza civica la Torre” e “La Strada Nuova (con Mattia Grossi che sarà il suo vicesindaco se Bellinzona sarà sindaco). Bellinzona non ha dubbi sulla matrice «aperta e libera di questo progetto che fa dialogare l’ area moderata e quella progressista, senza steccati. C’è spazio per chi ha voglia di fare. Un nuovo che unisce». Il suo slogan: la campagna elettorale prosegue. Non c’è tregua agli incontri, alle strette di mano. Vabbè: ma il tempo per leggere («Ho letto e sto rileggendo “La saggezza e l’audacia “ di David Sassoli, un gigante che se fosse ancora vivo avremmo un’Europa migliore») e per curare il frutteto e il giardino il Gianpiero deve trovarlo. «L’orgoglio mio e di Antonia insieme ai nostri cani – dice – i fiori mi regalano il mio sentiero dei profumi».
Fiori diversi, tanti profumi: quasi quasi c’è da pensare che il Bellinzona Gianpiero abbia in mente il suo giardino quando fa politica. «Bè , è vero, – dice – ci sta: siamo fiori diversi, con lo stesso profumo, quello del fare ». —
(ha collaborato Oliviero Maggi)
IL PROGRAMMA
«Troppe opportunità perse da Stradella con questa amministrazione». Gianpiero Bellinzona si candida come alternativa ad un bis della giunta Cantù.
Il suo giudizio su questi cinque anni di amministrazione.
«Cinque anni in cui Stradella ha perso opportunità che dopo il Covid erano offerte alle amministrazioni. La giunta uscente non è riuscita a realizzare una sola infrastruttura di cui il territorio ha bisogno, nonostante la possibilità di operare senza il patto di stabilità e con le risorse del Pnrr. Giunta sorda ai bisogni della città, come dimostra la crisi del commercio».
Quali sono i vostri impegni sulla sicurezza?
«La polizia locale deve tornare ad essere operativa sul territorio, sia svolgendo le sue competenze specifiche sia collaborando con le altre forze dell’ordine. Bisogna intervenire sulla caserma dei carabinieri, o lavorando per realizzare quella nuova, altrimenti si rischiano ripercussioni sull’operatività dell’Arma».
L’opera pubblica prioritaria?
«Sicuramente il ripristino del cavalcavia della Badia, una struttura che l’amministrazione ha abbandonato dal 2021, creando danni alle attività economiche e ai lavoratori che devono raggiungere le logistiche a piedi, in monopattino o bici su un tratto buio e pericoloso».
La cultura nella visione di Gianpiero Bellinzona.
«Vogliamo puntare sulle risorse del territorio. Ci sono realtà che fanno iniziative culturali di altissimo livello e fanno fatica a trovare spazio. Penso a spazi come la Fabbrica Dallapè, un punto che, se recuperato, può essere un richiamo forte ».
Amici a quattro zampe: quali azioni avete in mente?
«Riqualificazione delle aree cani, creazione di un centro di addestramento cani per la promozione di pratiche di pet therapy, sostegno alle colonie feline. Siamo consapevoli che la solitudine di tante persone viene colmata dalla compagnia di un animale, che diventa un componente della famiglia». —
O.M.