Argilla, stoffa e ferro: il laboratorio di Bioest a Trieste nasce fra erbe e dolci
TRIESTE. Il benessere e la condivisione sono le parole chiave che contraddistinguono Bioest, la fiera del biologico che da oltre trent’anni porta a Trieste, nel parco di San Giovanni, l’incontro di produttori artigianali, associazioni benefiche e attività olistiche. Anche quest’anno, i colori e l’armonia hanno rappresentato una delle fiere più amate dai triestini, iniziata ieri e presente ancora oggi fino alle 20.
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Centocinquanta espositori provenienti da Trieste, il Carso, la Carnia, varie regioni d’Italia e la Slovenia hanno riempito le dieci aree del parco dedicate alla cura del corpo, dell’ambiente, all’arte della cucina con prodotti artigianali e alla manualità dei mestieri, come la lavorazione dell’argilla, la colorazione naturale della stoffa, la produzione di gioielli, la lavorazione del ferro e la scoperta delle erbe, in tutte le loro sfaccettature. Quattro aree sono dedicate alle attività per i bambini in laboratori creativi dove il riciclo e l’attenzione alle materie prime è da sempre il filo rosso che unisce tutti i partecipanti di Bioest, con una particolare attenzione alle attività olistiche e come lo yoga, i massaggi e la meditazione delle tradizioni indiane, cinesi e africane. Presenti anche 48 associazioni che collaborano con Bioest «per alimentare la convivialità e l’importanza dell’impegno sociale – spiegano Edi Pernici e Tiziana Cimolino, rappresentati dell’associazione Bioest – che grazie al loro impegno, insieme a quello degli espositori, ci hanno permesso di tornare ai numeri degli anni precedenti al Covid». Molti artigiani, infatti, ritornano ogni anno nella stessa postazione, fedeli all’iniziativa del biologico in un “contesto di appartenenza” come il parco di San Giovanni. È il caso del Laboratorio Mirandò di Treppo Carnico, che da quasi dieci anni porta la sua produzione di dolci casalinghi creati con materie prime provenienti da piccoli produttori locali. Allo stesso modo, anche il colorato stand di verdure, frutta e fiori essiccati dell’azienda agricola Artemisia Bio di Cuneo, vive Bioest come «un luogo di casa – dice uno dei produttori – dove i visitatori ci danno sempre grande soddisfazione».
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Le erbe officinali ricoprono un ruolo di rilevanza tra coltivatori locali e nazionali come l’azienda agricola di Stefano Nervi di Bergamo, specializzato nella coltivazione di artemisia per le sue molteplici proprietà curative, fino alla lavorazione dei fiori sulla stoffa di Erikin Urt di Trebiciano. Passeggiando tra le aree verdi del parco, inoltre, è possibile imbattersi nella creatività degli artigiani come la maestra d’arte triestina Roberta Tuccillo che ha creato il progetto Terra rossa, per recuperare un rapporto con la terra attraverso la lavorazione dell’argilla nell’unione di antichi simbolismi sciamanici; l’artigianato dell’Azienda Eliodoro di Reggio Emilia, che si ricollega alle pratiche ancestrali della gioielleria, con le pietre e l’artista Robin Soave di Contovello che mostra la lavorazione del ferro secondo l’arte della forgia.
Presenti inoltre gli stand di Emergency, Medici senza frontiere e gli anarchici di Germinal, che si occupano di sostenere principi di salute, cura del prossimo e uguaglianza nella scoperta di nuove realtà a cui è possibile associarsi.