Pallacanestro Trieste, Vildera: «Il coro dei tifosi mi ripaga dei sacrifici». Passerella trionfale in piazza della Borsa
TRIESTE. Giovanni Vildera, l'uomo che, assieme a Michele Ruzzier, è stato il simbolo della rinascita biancorossa, racconta le sensazioni di un campionato vissuto sull'ottovolante delle emozioni. È stato tra i giocatori che maggiormente hanno caratterizzato la stagione biancorossa, un cammino passato anche da momenti difficili ma che ha trovato alla fine la strada giusta per riportare la Pallacanestro Trieste in serie A.
E oggi alle 18.30 ci sarà anche lui in piazza della Borsa per la festa che vedrà i giocatori della Pallacanestro Trieste salutare i propri tifosi. In pecedenza la squadra sarà ricevuta in Municipio.
Con i 20 punti segnati in gara4, il "pistolero" biancorosso ha definitivamente chiuso la serie contro Cantù nobilitando un percorso che nel corso di tutti i play-off lo ha visto assoluto protagonista. Significativa l'ovazione che gli hanno dedicato gli oltre seimila spettatori che hanno gremito il PalaTrieste mercoledì scorso: sentire la curva tornare a inneggiare un giocatore dopo tanti anni conferma le qualità tecniche e umane di un ragazzo che ha saputo farsi apprezzare anche fuori dal campo.
«Una serata magica - racconta Vildera - che mi ha ripagato alla grande di tutti sacrifici e le difficoltà vissute in questa stagione. Sono felice di quanto ho saputo fare e dell'apporto che ho saputo dare alla squadra, sentire i cori dei tifosi e stato molto bello. Magari è un po' l'orgoglio che parla, ma sentirsi apprezzato fa piacere e cancella l'amarezza di qualche giudizio dato forse un po' troppo frettolosamente. Se posso togliermi un sassolino dalla scarpa, senza fare nomi perchè non è nel mio stile, dico che questa promozione è dedicata a chi non pensava potessi far parte di un gruppo vincente, costruito per tentare la scalata alla serie A».
E invece, anche grazie all'apporto di Giovanni, quella promozione è arrivata. Un Vildera che all'inizio aveva fatto fatica a inserirsi nei meccanismi della squadra ma che poi, dopo un confronto chiarificatore sul suo ruolo nella squadra, ha trovato la sua dimensione, ha ingranato la marcia e non si è più fermato.
«Nel corso di questa stagione, più volte, ci siamo chiesti in che direzione stavamo andando. Personalmente i dubbi ci sono stati anche nel periodo delle otto vittorie consecutive ma siamo stati bravi a trovare la formula per cambiare l'inerzia del campionato e trasformare perplessità che erano anche nostre in granitiche certezze: alla fine tutto questo ha pagato. A promozione ottenuta mi sento di dire che questa è una stagione dalla quale tutti dobbiamo trarre una lezione importante. Mike Arcieri e coach Christian sono sempre stati coerenti con le loro idee, allo stesso tempo però hanno avuto la disponibilità di ascoltare e la capacità di apportare quei cambiamenti, anche nello stile di gioco, che alla fine sono risultati fondamentali per arrivare al risultato».
E adesso si guarda al futuro, un futuro con vista sulla massima serie. «È chiaro che mi piacerebbe rimanere, sia professionalmente che personalmente a Trieste sto molto bene - conclude Vildera - La serie A ce la siamo guadagnata sul campo e credo che la solidità di questo gruppo potrebbe essere una base importante per formare la squadra della prossima stagione. Poi è chiaro che questo lavoro mi ha insegnato a essere pronto a tutto: arrivato a 29 anni devo pensare anche a me stesso e alla mia carriera. Resto in attesa di capire cosa succederà nelle prossime settimane e cosa vorrà fare la società».