“Il governo vuole trasformarci da imprenditori a spacciatori”. È questo il grido di allarme degli imprenditori del settore della cannabis light italiana dopo l’emendamento al ddl sicurezza presentato dal governo che vorrebbe equiparare la cannabis light a quella illegale. Una misura che colpirebbe gli oltre diecimila lavoratori e tremila imprese della filiera. Dagli agricoltori ai […]
“Il governo vuole trasformarci da imprenditori a spacciatori”. È questo il grido di allarme degli imprenditori del settore della cannabis light italiana dopo l’emendamento al ddl sicurezza presentato dal governo che vorrebbe equiparare la cannabis light a quella illegale. Una misura che colpirebbe gli oltre diecimila lavoratori e tremila imprese della filiera. Dagli agricoltori ai distributori. “Sarebbe un passo indietro di otto anni” racconta Stefano Cislaghi che nel 2016 ha aperto a Milano Green Utopia. “Il problema più grande è l’incertezza legislativa nel quale ci siamo dovuti muovere in questi anni” racconta mentre mostra alcuni degli oli al cbd che qualora passasse l’emendamento diventerebbero illegali. Il rischio è quello di danneggiare un’intera filiera. “Cosa facciamo? – si chiede Annalisa Parini, titolare di Buena Vita, un altro negozio aperto a Milano nel 2018 – negli anni ho investito tanto, ho fatto investimenti per aprire questo luogo che rappresenta non solo un lavoro ma anche una passione, ma tutto questo diventerebbe illegale”.
Secondo l’associazione Meglio Legale, il provvedimento sarebbe “una purafollia”. Mentre l’associazione Canapa Sativa Italia ha notificato alla Commissione Europea “una potenziale violazione dei regolamenti dell’Unione Europea relativi alla libera concorrenza e alla circolazione delle merci”. Secondo l’avvocato Giacomo Bulleri, di Canapa Sativa Italia: “Il nostro Governo, a dispetto dell’intento di promuovere e tutelare il made in Italy, propone emendamenti palesemente contrari ai principi gia affermati non solo dalla Corte di Giustizia Europea ma anche dal TAR Lazio – che ha già sancito la liceità della pianta intera. Questo emendamento infatti, non avrebbe lo scopo di limitare la vendita delle infiorescenze, ma cancellerebbe un’intera filiera industriale che con esse non ha niente a che vedere”.
Ma c’è un altro rischio che sottolinea MarcoRusso, titolare di Sir Canapa: “Questo emendamento favorisce il mercato nero. Perché tutte le persone che ad oggi si rivolgono da noi per la cannabis light, un domani potrebbero dover andare a comprarla per strada”.
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