Nuova tariffa rifiuti nel Pordenonese: aumenti del 9 per cento. Ecco cosa cambia
L’aumento complessivo, deliberato da tutti i Comuni soci di Gea del Pordenonese, che si tradurrà in un rincaro della bolletta dei rifiuti, è del 9 per cento. Un aumento che punta a contenere, almeno in parte, l’inflazione del 13,3%.
Il piano tariffario della Taric (tariffa corrispettiva) – che il consiglio comunale sarà chiamato ad approvare lunedì prossimo (e che entrerà in vigore solamente dopo l’approvazione di Ausir, prevista il 25 giugno) – conterrà circa 600 mila euro in più rispetto allo scorso anno, di cui 400 mila dovrebbero derivare dalle utenze domestiche. Nel piano non sembra però essere ancora stata calcolata la cifra relativa alla raccolta settimanale della plastica, perché il servizio – entrato in funzione a inizio anno e per gradi – è ancora sperimentale e andrà calibrato alla fine dell’anno.
Rispetto alle tariffe che Gea ha elaborato e che il consiglio comunale si appresta a deliberare, il presidente della società partecipata Gianfranco Marino analizza: «Nonostante gli aumenti che avevamo già anticipato e che sono stati votati da tutti i Comuni che fanno riferimento a Gea, continueremo a proporre ai cittadini tariffe più competitive di buona parte delle aziende sul mercato. Tutte le società hanno registrato incrementi perché sono causati dall’inflazione».
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Cosa cambierà per le utenze domestiche? Prendendo in esame una bolletta reale di un cittadino che vive solo, si vede che nel 2022, quando c’era ancora la Tari e quindi i bidoni sulla strada e non la raccolta porta a porta per buona parte delle frazioni, l’utente pagava (per un appartamento di circa cento metri quadrati) una bolletta di 114 euro, comprensiva dei 4 euro del tributo ambientale della Regione, che è il 4 per cento su tutte le bollette. Lo scorso anno lo stesso cittadino si è visto accreditare, se ha rispettato i conferimenti di secco obbligatori (5 con il bidone da 45 litri, 2 con quello da 120 litri), una bolletta di 83 euro circa.
Va però detto che, se il cittadino ha conferito il secco più spesso, pagherà nella bolletta di quest’anno i conferimenti aggiuntivi e questi saranno calcolati con il valore di 3,14 euro (Iva compresa) l’uno.
Stando alle simulazioni contenute nella delibera che sarà approvata dal consiglio e che sarà esaminata dalla commissione bilancio venerdì, lo stesso cittadino quest’anno pagherà una quota complessiva di 112 euro, simile a quella del 2022.
E se dovesse fare un numero di svuotamenti del secco superiore al minimo conteggiato in bolletta (cinque con il bidone di 45 litri o due con quello di 120 litri)? In questo caso pagherà gli ulteriori conferimenti nella bolletta del prossimo anno, ma il costo sarà diverso: 5,18 euro (al netto dell’Iva) a svuotamento del bidoncino da 45 litri e 13,8 euro per quello da 120 litri.
Una famiglia formata da tre componenti, che ha pagato 202 euro nel 2022 (con la Tari) e 200, lo scorso anno con il passaggio a Taric, al netto degli svuotamenti aggiuntivi (quelli minimi sono quattro con il bidone da 120 litri e dieci con quello da 45 litri), dovrebbe invece pagare 180,2 euro. A questa somma andrà poi aggiunta sempre quella del tributo regionale (poco meno di una decina di euro).
Dalle modifiche attuate quello che emerge è che, se le persone saranno virtuose e riusciranno a rimanere nel limite dei conferimenti del rifiuto secco previsti nella quota di base, gli aumenti ci saranno ma rimarranno in linea coi pagamenti del passato, quelli della Tari. Se invece i cittadini svuoteranno il bidone del secco più volte rispetto ai minimi stabiliti, i rincari potranno essere anche consistenti. In ogni caso si vedranno l’anno successivo.
Con la prossima bolletta i cittadini capiranno se in questo primo anno di Taric sono riusciti a contenere la produzione del rifiuto secco .
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