Silos di Trieste verso lo sgombero: ecco le tre fasi previste
TRIESTE Prima lo sgombero, poi la messa in sicurezza e la “blindatura” degli ingressi, ovvero delle 44 arcate.
Lo sgombero del Silos prevede più fasi, con il contestuale innalzamento dei controlli sui vecchi magazzini alle sue spalle, «perché – anticipa l’assessore comunale alla Sicurezza Caterina De Gavardo – non ci saranno zone franche».
La macchina che materialmente provvederà allo sgombero coinvolgerà, oltre alle forze dell’ordine, Asugi, quanti si occuperanno del trasferimento dei migranti e le maestranze individuate da Coop Alleanza 3.0 per transennare la struttura.
Un provvedimento, quello delle messa in sicurezza del Silos, che dovrà partire non appena termineranno le operazioni di identificazione e trasferimento dei migranti. Per evitare che nelle ore successive allo sgombero quel vecchio magazzino torni a riempirsi.
Dopo un transennamento provvisorio – con la struttura monitorata da vigilantes – utile a consentire gli interventi di pulizia e bonifica, verrà riparata la recinzione che lo ingabbia e gli ingressi verranno temporaneamente sprangati, con una soluzione che è stata condivisa anche con la Soprintendenza, visto che l’immobile è vincolato. Tutti i passaggi sono già stati definiti.
Tornando alla giornata dello sgombero le operazioni potrebbero protrarsi per delle ore. Molto dipenderà dal numero di persone che verranno trovate tra quei giacigli.
La notizia dell’imminente sgombero circola ormai da giorni. La maggior parte dei migranti che dormono lì è informata. Chi intende sottrarsi a quel controllo evidentemente ha già lasciato via Flavio Gioia.
Il personale della Questura prenderà in esame le singole situazioni, definendo chi ha già avviato le pratiche per la richiesta di asilo, ma dorme in quel contesto perché il sistema di accoglienza è saturo, e chi invece non ha ancora formalizzato la domanda e, in quel caso, verrà accompagnato in Questura per l’identificazione e l’avvio delle pratiche.
Chi non intende presentare domanda di asilo, perché ad esempio non intende farlo in Italia, sarà soggetto a espulsione. Tutte le persone saranno sottoposte a una visita medica: si sta valutando l’allestimento di una postazione idonea all’esterno del Silos.
Il flusso dei migranti dalla rotta balcanica però non si fermerà dopo lo sgombero, e il fronte potrebbe spostarsi, come dicevamo, nei magazzini alle spalle del Silos, di proprietà in questo caso non più di una realtà privata ma del Comune.
«L’attività della Polizia locale di contrasto all’invasione di fabbricati è costante – precisa De Gavardo – basti vedere le operazioni che hanno riguardato il Ferrini, l’ex scuola di via Fianona e la collaborazione costante in tal senso anche con Ater. L’amministrazione comunale su questo punto e ferma e non intende arretrare».
Il comandante delle Polizia locale Walter Milocchi riferisce che in uno di quei magazzini vicini al Molo IV «un mese fa è già stato portato a termine un intervento in tal senso assieme alla Polizia di Stato».
Dopo che verranno messi i “sigilli” al Silos «provvederemo – aggiunge Milocchi – a monitorare quegli edifici e, nel caso di numeri più importante di occupanti, ci coordineremo con la Prefettura»