Rivarolo, insulti in chat e bagno vietato alle cassiere dell’Md: direttrice sospesa
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foto da Quotidiani locali
Mauro Giubellini
/ rivarolo canavese
Gli audio ormai sono di pubblico dominio. E le parole ed i toni con le quali sono pronunciate non lasciano adito a dubbi. Per quegli ordini secchi, quelle considerazioni espresse in modo greve, quel modo di porsi duro e a tratti quasi arrogante e, soprattutto, per i contenuti di quelle comunicazioni ai suoi sottoposti la direttrice 41enne del discount Md di Brandizzo è stata sospesa cinque giorni dal lavoro. La dirigente vive a Rivarolo. Tutto questo mentre la direzione dell’azienda ha voluto far sapere che «prende le distanze dalla sua dipendente» aggiungendo che «si stanno raccogliendo tutte le informazioni utili e le segnalazioni per deliberare una decisione rispondente alla gravità dei fatti contestati mentre la sospensione è stata immediatamente comunicata alla dipendente con una raccomandata».
Il suo volto a Rivarolo è conosciuto ed un amico, infastidito dalle domande, taglia corto: «È sempre stata una donna decisa ed attaccata al suo lavoro. Una persona di grande carattere. Detto questo non giustifico le parole che ha detto e i suoi atteggiamenti perché quegli audio li abbiamo ascoltati tutti».
Tra una parolaccia e l’altra ha imposto il divieto per le cassiere di andare in bagno nelle ore di lavoro. La frase incriminata è «Avete rotto, pisciatevi addosso» oltre ad un volgare «Siete delle capre». Ieri mattina la donna non ha risposto al telefono ed ai messaggi sui suoi profili social. Chiaramente un’ ulteriore parola fuori posto ne comprometterebbe definitivamente il rapporto con il suo datore di lavoro. Intanto davanti al discount di Brandizzo c’è un presidio di protesta dei lavoratori, organizzato dalla sigla Uil Tucs. Sindacato che ha sollevato il caso e che conosceva la situazione da tempo. Ci ha detto: «Se volete andare in bagno, dovete chiedermi le chiavi così ho modo di controllare quante volte andate alla toilette» - raccontano le ex colleghe.
Maria Rosaria Caglioti, delegata, denuncia ai giornalisti: «Sono stata minacciata dalla direttrice: secondo lei avrei dovuto togliere il ciondolo della Uil perché non fa parte della divisa».
Fanno capolino anche altre storie. Di giovani donne che hanno abbandonato il posto di lavoro, seppur con contratti a tempo indeterminato «per gli insulti e le umiliazioni che ogni giorno subivamo». Tutte storie che andranno comunque verificate. Tra i racconti degli attuali dipendenti c’è anche «la richiesta di arrivare un quarto d’ora prima dell’orario di servizio per il conteggio del denaro in cassa e di fermarsi oltre l’orario di lavoro alla chiusura per completare le operazioni di calcolo dei soldi».
Francesco Sciarra, segretario generale Uil Tucs: «Il problema è che quei quarti d’ora ovviamente sono straordinari non retribuiti, dei quali il sindacato chiederà conto all’azienda» e non dimentica un incontro avuto il 7 giugno, «incontro programmato e rimandato più volte già da febbraio, aveva all’ordine del giorno i diritti di informazione in merito ai risultati economici dell’azienda per il 2023 nei punti vendita della provincia e riguardava alla presenza di tutte le organizzazioni sindacali. Durata complessiva dell’incontro due ore, senza alcuna possibilità di gestire temi riguardanti singoli punti vendita». Il dubbio è che l’azienda sapesse ma fosse in palese imbarazzo ad intervenire.