Cocaina nascosta fra la biancheria di casa, così un operaio di 27 anni è stato arrestato a Monfalcone

foto da Quotidiani locali

MONFALCONE Il blitz della Polizia l’ha colto in casa, la testa ancora appoggiata al cuscino, placido nel dormiveglia. Ma dopo che gli agenti, svegliandolo, hanno varcato la soglia della sua abitazione, alla prima periferia Ovest della città, c’è stato poco da star tranquillo, per lui, 27 anni, operaio di una ditta, originario della Repubblica Dominicana.

Infatti, nella scrupolosa perquisizione che ne è scaturita, i poliziotti hanno trovato, occultati tra la biancheria riposta in un cassetto della camera da letto, due involucri di plastica contenenti cocaina per un peso netto di 67,3 grammi. Valore sulla piazza dei consumatori di quasi settemila euro.

Ed è bastato per far scattare le manette ai polsi dell’uomo, finito alla casa circondariale di Gorizia a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’arresto del presunto pusher è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari, che ha disposto la misura dei domiciliari e così il 27enne è uscito dalla struttura di via Barzellini. Ma, accusato dalla Procura, dovrà rispondere dell’ipotesi di reato della detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’operaio è il sesto domenicano tratto in arresto a giugno e questo è l’ultimo colpo di coda di Asterix, nome in codice dell’operazione coordinata dalla Procura isontina e condotta dalla Polizia di Stato di Gorizia, giunta ora al termine.

Un’attività antidroga complessa, che ha spezzato una «significativa attività di spaccio nel pieno centro di Monfalcone», con epicentro il bar La Carrozza di via dell’Arena dove non si servivano solo drink, ma anche polvere bianca.

Per motivi di ordine pubblico il locale, teatro della presunta attività illecita, è stato chiuso per tre mesi dal questore Luigi Di Ruscio. Una rete che dunque prelevava all’ingrosso, pure dal Veneto, lo stupefacente per poi distribuirlo a due passi dal duomo, nei parchi pubblici, a Panzano e perfino fuori dalle fabbriche, dove la cessione non dava nell’occhio per via dell’elevata affluenza di operai.

Nella prima tranche di inchiesta, di cui si è dato conto una dozzina di giorni fa, oltre all’arresto di sette persone, tra cui due italiani e tre donne, erano state eseguite inoltre 11 perquisizioni e perfezionato il sequestro di quasi tre etti di coca – 290 grammi nel dettaglio – per un valore sul mercato nero che sfiora i 300 mila euro. Bloccati i canali di rifornimento della droga, s’era identificata una quindicina di consumatori, italiani e stranieri, tutti under 30.

E quindi l’epilogo, quando la Polizia di Stato di Gorizia, nell’articolata e serrata indagine durata un anno a contrasto dello spaccio di droga, che appunto ha visto ne La Carrozza un importante fulcro di detta attività, ha compiuto l’ultimo arresto a carico del 27enne domenicano.

La perquisizione è scattata attorno alle 6 di martedì 11 giugno, ma per motivi investigativi la circostanza è stata resa nota solo sabato. Il fermo è stato attuato dagli agenti del Commissariato di via Foscolo – i primi, con grande intuito investigativo, ad accorgersi già nel luglio 2023 di alcune “anomalie” nella nuova gestione dell’esercizio – in collaborazione con le Squadre mobili di Gorizia e Udine.

In quest’ultima parte di indagine sono state condotte pertanto ulteriori quattro perquisizioni locali e personali: una di queste, appunto nell’abitazione alla periferia Ovest di Monfalcone, ha condotto al sequestro dei due involucri di plastica, contenenti 67,3 grammi di cocaina. Il 27enne era monitorato dagli agenti.

E secondo le ricostruzioni aveva contatti con chi stava dietro il bancone de La Carrozza. L’intera attività ha interessato sia il territorio cittadino che Udine ed è stata coordinata sempre dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia.

Da ultimo è doveroso esporre che, per i fatti in questione, è stato appena promosso un procedimento penale con conseguente apertura della fase delle indagini preliminari, dunque vige la presunzione d’innocenza delle persone rimaste coinvolte fino all’eventuale sentenza definitiva di condanna