Strage del bus a Mestre, il varco del guardrail non doveva esserci

Quel varco sulla barriera del cavalcavia di Mestre, nel quale si è infilato la notte del 3 ottobre 2023 il bus della Linea, non doveva esserci. Non lo prevedeva il progetto originario degli anni ’60. E se così fosse stato, le conseguenze disastrose dell’urto dell’autobus sul guardrail sarebbero state ridotte se non addirittura eliminate.

E comunque, pur spettando al Comune la manutenzione straordinaria sull’infrastruttura, Anas e Cav avrebbero comunque potuto intervenire in passato.

Guardrail inadeguato

Sono le conclusioni contenute nella perizia del superconsulente Placido Migliorino effettuata sul guardrail del cavalcavia superiore dal quale è caduto l’autobus, provocando 22 morti.

Sta tutta qui «l’inadeguatezza del guardrail» di cui ha parlato anche il procuratore capo, Bruno Cherchi, illustrando i primi risultati degli accertamenti tecnici disposti dalla Procura subito dopo la drammatica notte del 3 ottobre.

• LEGGI ANCHE La perizia scagiona l’autista

Un punto, questo, su cui si sono concentrate le indagini. E che lascia molti interrogativi, al momento senza risposta. Quando è comparso il varco e perché? Di chi era la competenza su quel tratto di strada? Per Migliorino, Anas e Cav avrebbero potuto intervenire in passato riqualificando la rampa proprio per la sua funzione di raccordo con l’autostrada attribuita all’infrastruttura proprio a partire dal progetto originario del 1960, confermato anche dall’utilizzo attuale che viene fatto di quel tratto di strada, attraversato ogni giorno da migliaia di macchine e camion.

Un punto nevralgico, dunque, le cui vecchie barriere comunque non rispondevano agli standard di sicurezza della circolazione stradale. Senza contare la presenza di quel varco nel quale si è infilato, a 6 km all’ora, il bus della Linea.

Le competenze

Per quanto invece riguarda le competenze su quel tratto di strada, la loro ricostruzione è complicata e articolata. Si tratta infatti di un’opera realizzata alla fine degli anni Sessanta (il progetto riporta come indicazione 1967) e classificato come “via strategica di comunicazione ai fini di Protezione civile”.

Si tratta di una delle vie principali di accesso a Mestre da tangenziale e autostrade e confinante con la ferrovia, una delle più importanti d’Italia.

Fino al 2001 la viabilità era in capo alla competenza di Anas, quindi statale. Nel 2001, dopo un decreto legge nazionale, Anas trasmise alla Provincia di Venezia la competenza.

Ma quando avvenne il passaggio di competenze al Comune di Venezia? Qui si entra nel campo delle ipotesi. Per l’assessore alla mobilità Renato Boraso il passaggio sarebbe «avvenuto tra 2008 e 2009 ma non possiamo esserne certi perché siamo alla ricerca della certificazione», come spiegato nei giorni immediatamente successivi all’incidente.

Di sicuro la competenza di quel tratto della Ex statale, poi regionale 11 – via della Libertà non è stata mai in capo a Veneto Strade, società di viabilità regionale nata nel 2002 proprio per gestire tratti di viabilità ex demaniali passati in capo alle province.

Veneto Strade ha competenza sul ponte della Libertà e sul tratto tra Vega e San Giuliano, non su quel cavalcavia. Tanto che ottiene una parte dei proventi degli autovelox. Verso la tangenziale, inizia invece la competenza di Cav sul raccordo Carbonifera