Parla il testimone: «Un gesto improvviso, si sono resi conto di quel che hanno fatto»
Un gesto, quel pugno che ha tramortito Shimpei Tominaga, «arrivato all’improvviso, senza alcun senso». Dopo che il cinquantaseienne giapponese «si era limitato a dire di smetterla di rompere le scatole al ragazzo che ci aveva chiesto aiuto».
A parlare è il dipendente di un ristorante del centro, che si trovava all’interno del Buonissimo Kebab di via Pelliccerie quando è accaduto l’episodio di sangue che ha portato all’arresto di cinque giovani.
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«Ero lì con degli amici, avevo appena ordinato un kebab – racconta –. È arrivato correndo un giovane, ferito, chiedendoci aiuto, spiegando di essere inseguito da un gruppo di persone».
Che infatti si sono materializzate all’esterno del fast food etnico pochi istanti dopo, con l’intenzione di colpire ancora il ragazzo. «Un mio amico ha cercato di dissuaderli, li ha invitati a lasciar perdere – prosegue il racconto del testimone –. Considerata la situazione, ho detto al mio conoscente di lasciar stare.
A quel punto è intervenuto Shimpei, anche lui ha provato ad allontanarli, facendo notare che il giovane era già ferito. In quel momento è arrivato un pugno gratuito, è caduto a terra rovinosamente, abbiamo capito subito che si era fatto male. Io ho avuto una reazione, ho lanciato uno sgabello contro il gruppetto di aggressori, per provare a fermarli, dopo che hanno provato ad assalirci».
Ed è andata effettivamente così perché, forse dopo essersi resi conto della profonda ferita rimediata da Tominaga, i quattro si sono placati, prima che arrivassero le forze dell’ordine. «Parlavano italiano, anche se con una leggera inflessione», spiega ancora l’uomo, che nel parapiglia ha rimediato un graffio alla testa e un colpo allo zigomo.
La vicenda ha destato profonda preoccupazione in città, soprattutto per il coinvolgimento del cinquantaseienne imprenditore nipponico, molto conosciuto nel capoluogo friulano: arrivato in città una ventina d’anni fa, è titolare della Duecori, ditta specializzata nell’import-export, tra Giappone e Italia, di mobili e suppellettili.
Tominaga abita in una laterale di via Poscolle: la moglie Chinatsu e il figlio, appresa la notizia, hanno lasciato il Giappone per raggiungere Udine.
«La situazione in centro sta degenerando – evidenzia Diego Giordano, titolare della pizzeria Biffi di via Poscolle –. In serata avevo richiesto l’intervento delle forze dell’ordine perché c’erano due persone che fuori dal mio locale davano cazzotti alle vetrine e alle auto, importunando alcune ragazze.
La polizia è intervenuta subito, identificando due persone. Probabilmente nei prossimi giorni assumerò un vigilante privato, per tutelarmi. Non è giusto, tuttavia, che siano gli imprenditori a farsi carico della sicurezza lungo le nostre strade e piazze».