Danni per milioni, viabilità da ripristinare: in Bassa Valle è incubo estate senza turisti
HONE
Il sole è tornato a splendere sui campi invasi dalla melma lasciata dalla piena della Dora Baltea. Da Montjovet a Hône, passando per Issogne e Arnad, lo scenario è a tratti lunare e lascia solo percepire il disastro di ben maggiori proporzioni che ha violentato, più su, la vallata di Cogne e il cuore di Cervinia nella Valtournenche.
Centinaia di volontari operano senza sosta nelle due note località per cercare di agguantare quanto prima possibile, quel minimo di normalità che consentirebbe di salvare una stagione turistica già segnata dalle tante incertezze del tempo.
Le precipitazioni cadute lo scorso fine settimana hanno lasciato ferite profonde al punto che il presidente della giunta regionale, Renzo Testolin, ha dichiarato lo stato di calamità sull’intero territorio. Un passo utile ad attivare procedure d’intervento di carattere straordinario. E la mole di cose da fare, al pari dei danni (si parla di decine di milioni di euro), è enorme. Come avvenuto nell’alluvione del 2000, i valdostani stanno dando prova di tenacia, la voglia di rialzarsi e ripartire è tanta.
la strada regionale spazzata via
Cervinia è un cantiere a cielo aperto: si svuotano cantine e scantinati e si sta provvedendo al disalveo del torrente Marmore. A Cogne si lavora senza sosta; l’acquedotto comunale è già tornato in funzione, ripristinate le linee elettriche e telefoniche. Ma il nodo critico è la viabilità; l'obiettivo è tentare di spezzare l’isolamento provocato dalla violenza del torrente Grand Eyvia che si è portato via, nel complesso, più di un chilometro di strada regionale. Il paese è collegato per ora solo con elicotteri che fanno la spola con il campo sportivo di Aymavilles: in poco più di 48 ore sono stati evacuati duemila turisti. La frazione di Valnontey è accessibile solo ai mezzi di soccorso lungo una strada trattorabile mentre quella per Lillaz è riaperta con limitazioni.
non c’è tempo da perdere
Ieri, martedì, c’è stato un sopralluogo dei tecnici regionali per capire l'entità e la tempistica dei lavori da eseguire per ripristinare l'unico collegamento con il fondo valle. Certezze non ce ne sono; i tempi dipendono dal ripristino dell’alveo e dei tre punti in cui è crollata la regionale, senza contare gli altri tratti danneggiati. Si parla di un mese, forse anche di più. L’ipotesi ha gettato nell’allarme gli operatori turistici: «Non possiamo permetterci una riapertura a metà agosto, altrimenti la stagione è compromessa, vuol dire perdere il 90% dell'incasso» ha detto Andrea Celesia, albergatore ed ex assessore di Cogne. La Bassa Valle fa invece i conti con l’impatto della calamità nel comparto agricolo.
quei campi cancellati dall’acqua
Devastate le campagne: «Insieme a Regione e Consorzio enti locali stiamo cercando di capire come venire incontro almeno ai conduttori dei prati», commenta il sindaco di Montjovet, Jean-Christophe Nigra. Il raccolto di fieno a Hône è stato cancellato, senza contare i danni provocati dalla tromba d’aria che ha divelto il tetto di un magazzino industriale nell’area del campo sportivo. Prati allagati anche a Issogne dove il fiume è uscito tra Favà e Fleuran: «Stiamo ripristinando con fondi comunali alcuni pozzetti saltati – spiega il sindaco, Patrick Thuegaz -; faremo una pulizia generale alle strade. Per le stime è ancora presto per dare cifre; a breve capiremo come procedere anche per quanto concerne le modalità di censimento dei danni subiti da parte dei privati».
alpeggi senza acqua
A Donnas e Pont-Saint-Martin i viticoltori guardano invece alle conseguenze sui vigneti della grandinata che ha preceduto di qualche ora la piena. Critica, infine, la situazione in alcuni alpeggi della Val d’Ayas e in particolare nell’epicentro dell’alluvione, tra Lillaz e la Valnontey, nel territorio di Cogne, con tanti allevatori in difficoltà: «È urgente ripristinare i punti di abbeveraggio perché gli animali senza acqua non vivono – spiegano in una nota Alessia Gontier ed Elio Gasco, presidente e direttore di Coldiretti – così come è importante garantire l’accesso ai pascoli affinché le mandrie possano nutrirsi. Quanto avvenuto dimostra come la presenza dell’uomo nelle vallate sia indispensabile per garantire la manutenzione del territorio: in questo senso la presenza delle aziende agricole va tutelata».