Venezia, banda di ladri si traveste da turisti: fuga con i trolley pieni di refurtiva
Ladri travestiti da turisti. Con valigie e trolley per la strada, come tanti altri. Ma nei bagagli c’era la refurtiva, frutto di un furto nel palazzo di Rialto. E’ una delle ipotesi su cui stanno lavorano gli inquirenti dopo il clamoroso furto avvenuto l’altro giorno in una casa di calle della Regina, a Rialto.
Era l’anniversario della morte del proprietario, il musicista e scienziato Francesco Rizzoli, e la famiglia era raccolta per la messa di suffragio nella vicina chiesa di San Cassiano. Ma in quel lasso di tempo i ladri si sono introdotti nella casa e hanno portato via tutto.
«Una disperazione» racconta in lacrime la proprietaria Manuela Savoia, docente a Ca’ Foscari e vedova del professor Rizzoli: «hanno messo a soqquadro la nostra casa, si sono portati via tutto, roba preziosa ma soprattutto i ricordi di una vita».
Un fatto insolito questo dei furti in pieno giorno in zona centrale. C’è qualche precedente, come il clamoroso furto avvenuto in Strada Nuova qualche anno fa, ma in genere derubare gli appartamenti a Venezia non è lavoro facile e conveniente per i ladri, a meno che non si tratti di furti di opere d’arte su commissione, come già successo in passato. C’è il problema della fuga e di non essere notati. Per questo, suggerisce la stessa proprietaria, si è trattato molto probabilmente di un gruppo di professionisti che si spacciano per i turisti alla ricerca delle locazioni in affitto, gli appartamenti vuoti che si aprono con la combinazione. Nelle valigie con rotelle è stata stipata la refurtiva: preziosi, argenti, soldi.
Per entrare, a quanto pare, i ladri hanno utilizzato una speciale chiave in grado di aprire anche le porte blindate più semplici.
Resta lo stupore per il furto portato a termine in pieno giorno, in una zona commerciale di grande passaggio. Il palazzo dove abitano i Rizzoli-Savoia è a pochi metri da quello più importante di proprietà degli eredi del sarto francese di origine italiana Pierre Cardin. Altra ipotesi è che forse il vero obiettivo dell’azione fosse proprio il palazzo del sarto, scomparso qualche anno fa, carico di opere d’arte e beni di lusso.
La figlia della signora Savoia ha tenuto nascosta alla mamma la realtà per qualche ora, per non turbare una giornata dedicata alla memoria del grande musicista scomparso, tra i migliori suonatori di liuto italiani. Poi le due donne si sono presentate ai carabinieri per sporgere la denuncia. Adesso gli investigatori stanno esaminando tracciati e telecamere, per vedere se sia possibile risalire all’identità dei ladri. Difficile, perché non portavano giubbotti o passamontagna. Ma erano vestiti “da turisti” qualunque, con valigie al seguito.