L’Itis di Trieste ridisegna le rette e le aumenta del 2%
foto da Quotidiani locali
TRIESTE Itis ritocca le rette dei suoi potenziali 411 ospiti (ieri erano 400) per un massimo del 2%. Aumento che viene giudicato il più basso possibile dal presidente Aldo Pahor e dal direttore Maria Teresa Agosti, tale da impattare su una forbice tariffaria giornaliera che va da 1,35 a 1,65 euro.
Attenzione, precisa il vertice dell’istituto: il tutto avviene a parità di entrate, nel senso che Itis non alzerà l’introito complessivo, ma lo renderà più equo e meglio calibrato sull’effettivo costo assistenziale del singolo ospite. Itis fattura circa 10 milioni di rette, su un totale di 16 milioni (locazioni, ospedale di comunità, convenzioni con Asugi e Università).
Nell’ufficio presidenziale Pahor e la Agosti scrutano tabelle e statistiche: il mantenimento in equilibrio dei conti passa anche attraverso questa “manovrina”, che si rende indispensabile causa due eventi, uno previsto e l’altro inatteso.
Quello previsto è l’imposizione dell’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) che fino al 2023 risparmiava le attività assistenziali ma ora non più: e qui fischiano 170 mila euro.
Quello inatteso è il rinnovo del contratto per i lavoratori delle cooperative, che è stato sottoscritto a febbraio, con un’impennata del costo del lavoro pari al 13%, in cifra tonda 400 mila euro a valere sul 2024 e sul 2025. In genere la variazione danzava attorno al 5-6%, per cui l’entità dell’incremento è risultata particolarmente gravosa. Opportuno ricordare che Itis occupa 400 addetti delle coop, mentre i dipendenti diretti sono una cinquantina.
In realtà - come si diceva - il ritocco delle rette parte da più lontano e s’iscrive in un maquillage gestionale di maggiore portata. Tutto parte dall’anno scorso, quando viene avviato un monitoraggio riguardo il consumo di risorse che interessa la struttura di via Pascoli. Intenzione della dirigenza è adottare il metodo Val Graf, utilizzato in Regione.
Dall’indagine condotta nel ’23 emerge una discrasia, cioè chi più consuma, meno paga. Quindi gli uffici ridisegnano il quadro delle rette, una per una. E qualche ospite arriva addirittura a risparmiare qualche euro al giorno. «Le rette vengono allineate - puntualizzano Pahor e la Agosti - secondo le esigenze dell’anziano, seguendo i criteri valutativi praticati in Regione».
La forbice giornaliera, a secondo di quante persone vivano nella camera, varia da 68,35 (quattro letti) a 84,65 (singola) euro. L’istituto è dotato di 100 stanze doppie, 10 da tre letti, 28, da quattro, 67 singole, più un bilocale.
Per fortuna le bollette acqua-luce-gas, che si erano fortemente inasprite negli scorsi anni, si sono stabilizzate e nel ’24 Itis pagherà più o meno il mezzo milione dello scorso anno.
Intanto Aldo Pahor è stato riconfermato nell’esecutivo nazionale di Federsanità, unico rappresentante delle case di riposo pubbliche. E giovedì mattina alle 11 parteciperà a un incontro incentrato sulla collaborazione con l’Università popolare in tema di cultura, arte e formazione. In quella circostanza, insieme al presidente dell’Upt Edvino Jerian, sottoscriverà la convenzione tra i due enti, allo scopo di realizzare iniziative, anche di carattere sperimentale, a beneficio degli ospiti e dei soci dell’Università popolare