Nascondeva la pistola in una cassetta di sicurezza in mansarda, condannato a tre anni
PASIAN DI PRATO. Nella mansarda della palazzina in cui risiedeva i carabinieri hanno trovato una pistola semiautomatica, con matricola abrasa, custodita in una cassetta di sicurezza rigorosamente chiusa a chiave.
Non solo: i militari nello stesso sottotetto, hanno trovato anche il caricatore, con i colpi inseriti, e diverse buste con i proiettili. Tutti detenuti illecitamente, secondo gli investigatori, che per questo avevano arrestato il 16 dicembre scorso Antonio Esposito, tarantino di cinquantotto anni che ieri mattina si è presentato davanti al giudice per le udienze preliminari Roberta Sara Paviotti, dopo che con il suo difensore, l’avvocato Paolo Patrizio Palermo, ha scelto il rito abbreviato.
È arrivata una condanna a tre anni e due mesi, con 3.200 euro di multa e il pagamento delle spese processuali, di mantenimento in carcere e di custodia degli oggetti sequestrati.
Il gup ha disposto inoltre a carico di Esposito l’interdizione di cinque anni dai pubblici uffici. Il cinquantottenne ieri si è presentato in udienza, rendendo dichiarazioni spontanee e cercando di spiegare al giudice e al pubblico ministero titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Claudia Finocchiaro, i motivi che lo hanno portato a detenere il revolver.
Il giudice si è preso novanta giorni di tempo, come da prassi in questi casi, per depositare le motivazioni della sentenza. Un lasso di tempo atteso anche dall’avvocato di Esposito, che attende di leggere le ragioni del gup prima di valutare un eventuale ricorso in appello. Il legale del cinquantottenne spiega di avere «dei dubbi sul trattamento sanzionatorio, che riteniamo sproporzionato», fa sapere il difensore.
L’arresto è avvenuto in flagranza lo scorso dicembre. I carabinieri hanno individuato nella mansarda della casa di Esposito, a Pasian di Prato, una cassetta di sicurezza all’interno della quale è stata ritrovata una pistola semiautomatica calibro 7,62, con matricola abrasa. Una Zastava M57, arma da fuoco di produzione jugoslava, accanto alla quale i militari intervenuti nell’appartamento del cinquantottenne hanno trovato anche 66 colpi: nove proiettili erano inseriti nel caricatore, mentre gli altri 57 erano sfusi, custoditi in buste di plastica.
L’uomo è accusato di possesso di armi clandestine (per l’assenza della matricola della pistola, cancellata) e detenzione abusiva di arma (in relazione al ritrovamento dei proiettili).