Scontro tv, Bocchino manda ai matti Furfaro in due parole sul giuramento degli agenti penitenziari (video)
Scontro tra l’esagitato Marco Furfaro del Pd e il pacato Italo Bocchino a “In Onda“. Persino il giuramento della Polizia penitanziaria si trasforma in una polemica allucinante trasformandosi in un “coro fascista di mussoliniana memoria”. Sfidare il ridicolo è uno sport praticato a sinistra ogni giorno che passa. Antefatto: la cerimonia di giuramento dei 300 nuovi agenti di Polizia Penitenziaria sul lungolago di Pallanza, in cui era presente il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro. Il motto del rituale volto ad incoraggiare i ragazzi è stato: “Chi sono i migliori? “Noi, noi, noi, i migliori siamo noi”. Un grido di incoraggiamento utilizzato in tantissime occasioni di questo tipo, non solo nell’ambito della Polizia penitenziaria. Furfaro sembra un tarantolato. “Deve condannare, deve condannare”, dice rivolto al direttore editoriale del Secolo d’Italia.
A sinistra hanno dato di matto, c’è chi ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia Carlo Nordio, perchè nella loro mente si è trattato di una rievocazione dello “stile fascista”. Una polemica lunare. Non hanno mai assistito a un giuramento della polizia penitenziaria, che da decenni urla questo motto. “Che nessuno strimentalizzi il grido d’incoraggiamento, goliardico e manifestante lo spirito di corpo dei 300 agenti della scuola Verbania”, si è ribellato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, a proposito delle polemiche innescatesi. Fin qui la cronaca. Poi la follia.
Bocchino a Furfaro: “Capisco che non vi piacciano le divise…”
Più Italo Bocchino nel corso del programma di Telese e Aprile cerca di rimettere le cose nelle giuste proporzioni più Furfaro perde il senno come morso da uuna tarantola. “È un giuramento e questa scena è quello che capita e si vede con tutti i corpi militari del mondo. Chi ha fatto il militare sa che i corpi hanno questi momenti, di rafforzamento della loro identità”. Il direttore editoriale del Secolo cerca di far ragionare l’interlocutore, dando poi una bordata: “Io capisco che le divise alla sinistra non siano mai piaciute, capisco che questa cosa faccia impressione. Ma che cosa c’è di male se il sottosegretario carica delle persone che stanno giurando per servire il Paese, dicendo: ‘voi siete i migliori’. Certo che sono i migliori, sono meglio degli spacciatori, dei delinquenti, di chi commette reati contro le persone. Quindi ha fatto una cosa normalissima che si vede in tutti i posti del mondo”. Furfaro dà in escandescenze.
Bocchino a Furfaro: “Bravi, proseguite con l’antifascismo…”
Si apre il vaso di Pandora degli insulti: “È una presa in giro per le persone, anche quello che sta dicendo Bocchino, lo deve condannare. Perché abbiamo una classe dirigente che fa ridere il mondo; perché inneggia la XMas, come fai a difendere quella roba, sant’iddio!” “Sei un meleducato”, lo inicalza Bocchino. “Sarò maleducato, ma sempre antifascista”. Bocchino, allora, va in contropiede: “Voi dovete continuare con l’antifascismo: se la sinistra continua così fa un grande favore alla Meloni, perché non si occupa dei temi che interessano alle persone”.
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