Bocciato nel 2023, si diploma a pieni voti nella nuova scuola: «Mio figlio ha saputo reagire»
SACILE. Bocciato in un altro istituto dopo un anno ottiene il diploma a pieni voti all’Ipsia Della Valentina di Sacile: una rivincita per il neo diplomato, per la famiglia e la scuola professionale che, nel 2024 ha incorniciato il cento centesimi, dopo anni. «Mio figlio non è stato compreso né aiutato un anno fa – ha spiegato la madre Raimonda Kamberi –. Abbiamo sofferto tanto, perché c’erano le condizioni per evitare l’insuccesso, invece nel 2023 si era chiuso a riccio».
Nel 2024 lo studente ha conquistato il certificato di qualità negli stage nell’industria Casagrande e poi il diploma di eccellenza. «Grazie allo staff docente, alla dirigente Simonetta Polmnari – ha continuato la madre –. Mio figlio ha saputo reagire e ha dimostrato i suoi talenti con un diploma che onora la scuola in viale Zancanaro».
«La bocciatura era decisamente ingiusta – ha continuato la madre del neo diplomato –. Il verdetto di quest’anno si profila tutto a favore dei bravi ragazzi: i candidati si riscattano dalle ingiuste valutazioni e dimostrano la loro grinta».
Ragazzi più bravi o commissari più generosi a Sacile? «Gli insegnanti a Sacile, durante l’anno, hanno iniziato a usare tutta la scala dei voti da uno a dieci, come dovrebbe essere. Secondo le prime rilevazioni, non ancora completate contiamo un leggero aumento degli studenti diplomati con centini nelle scuole tecnico professionali».
La festa è grande nella famiglia del “centino” e la sua storia fa un po’ pensare alla “Lettera per una professoressa” di don Lorenzo Milani, nella scuola di Barbiana, di oltre quaranta anni fa. «Servono criteri di valutazione omogenei – invoca la mamma sacilese –. Non si possono punire gli studenti con una bocciatura, per motivi che non sono trasparenti».
Nell’Ispia Della Valentina ci sono studenti-lavoratori da mesi: alcuni diciottenni sono reclutati ogni settimana in pizzeria e in officina e dopo la maturità possono scegliere l’azienda dove lavorare, o l’università. «Sogniamo – dicono i neo tecnici – di gestire piccole imprese: una pizzeria o un’officina meccanica».
Il salario finisce nel gruzzolo dei risparmi per pagare la patente di guida e poi la prima auto.