Oltre 200 esuberi alla Breton. «La crisi colpisce Godego al cuore»
I 216 esuberi (su 832 occupati attuali, più di un quarto) alla Breton sono piombati come un macigno sulla comunità di Castello di Godego dove ha sede l’azienda, e dove lavorano molti godigesi.
Forse solo all’interno degli stabilimenti si aveva la percezione di un taglio così importante: la Breton, eccellenza a livello mondiale nella progettazione e produzione di macchine e impianti per la pietra naturale e composita ma anche per la lavorazione dei metalli per i settori automotive, energia, difesa e aero-space e per la stampa 3D di grandi dimensioni, è una delle realtà imprenditoriali di spicco del territorio, connessa con la realtà sociale dove è nata sessant’anni fa.
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«Una situazione che non può non preoccupare», dice il sindaco Diego Parisotto, «proprio alla luce del numero di dipendenti su cui si vuole intervenire. Non sono tutti residenti qui, ma insieme ad altre tre-quattro aziende, la Breton è stata da sempre una presenza peculiare per l’occupazione godigese».
Il sindaco ricorda che non più tardi di qualche anno fa con l’azienda si era aperto un tavolo per interventi urbanistici a seguito dell’ampliamento nella zona del cimitero:«Proprio su questo fronte si era arrivati ad un accordo che ha portato a realizzare una nuova rotonda e una nuova viabilità dalla regionale 245, lungo la strada che da Castelfranco porta a Castello di Godego, cosa che permetteva di intervenire sul traffico che porta all’azienda da via Grande»
E ancora il primo cittadino aggiunge che la Breton «è da sempre uno dei soggetti imprenditoriali più attivi nel promuovere la vita sociale nel nostro comune».
Ma tengono banco le ricadute sulle famiglie. «Per questo l’auspicio è che venga attivata la cassa integrazione straordinaria che per un certo periodo può alleviare le inevitabili e comprensibili preoccupazioni delle famiglie, periodo che potrebbe essere foriero, come tutti ci auguriamo, di nuove opportunità», prosegue Parisotto, « Ovviamente l’augurio è che la Breton possa tornare presto ai livelli produttivi e di fatturato degli scorsi anni e quindi anche ad assumere».
Come ha specificato la stessa azienda nella richiesta di cassa integrazione straordinaria, il fatturato è sceso dai 280 milioni del 2019 ai 219 dello scorso anno, con la previsione di chiudere l'esercizio in corso a quota 175.
Breton lamenta anche «una pesante perdita di redditività», un «accumulo di ingenti perdite a bilancio nell'ultimo triennio» ed una «progressiva erosione del portafoglio ordini, in contrazione indicativamente del 50 % nel primo semestre 2024 rispetto al primo semestre 2023»
E sul fronte di un possibile assorbimento degli esuberi, dall’opposizione Pier Antonio Nicoletti (Godego Viva) è molto pragmatico: «Stiamo parlando di ricollocare duecento persone, non una decina: vien da sé che si deve per forza guardare ad una area ben più vasta di quella godigese, direi anche della stessa area della Castellana. Purtroppo per una grande azienda come questa, vocata all’export, pesano molto le dinamiche internazionali. Ma si deve intervenire subito».