Dodici casi di dengue in provincia di Treviso. Infezioni anche dalle zecche
L’avvento del grande caldo, dopo le settimane di piogge abbondanti nella Marca, fa salire l’allerta per le malattie causate dalle punture infette di zecche e zanzare.
Con l’esplosione dell’estate, il reparto di malattie infettive dell’ospedale di Treviso ha già accolto tre pazienti con malattia di Lyme e dodici con dengue da importazione.
«Il livello di attenzione è salito di pari passo alle alte temperature che favoriscono la proliferazione di zecche e zanzare» conferma il dottor Mario Giobbia, primario delle malattie infettive di Treviso.
Nel frattempo, è partita la campagna regionale di prevenzione, con l’invito alla vaccinazione preventiva contro l’encefalite (Tbe) da zecca, e la distribuzione dei kit rapidi nei pronto soccorso per valutare le malattie trasmesse dalle zanzare, quali la dengue (per i viaggiatori internazionali che rientrano da aree a rischio) e il West Nile virus (ormai endemico nel nostro territorio).
I casi gestiti
I tre pazienti colpiti da malattia di Lyme sono tutti arrivati al Ca’ Foncello con un forte eritema cutaneo, la pelle molto arrossata nella zona del morso della zecca e qualche linea di febbre accompagnata da mal di testa.
Immediatamente presi in carico, sono stati sottoposti a terapia con antibiotico, superando così l’infezione batterica contratta quasi sicuramente durante un’escursione in montagna.
«A causa del surriscaldamento globale, le zecche sono ampiamente diffuse in tutta la fascia Pedemontana, ma con l’abbassarsi della zero termico, proliferano fino a mille metri di altitudine, aumentando le possibilità di contatto con l’uomo» afferma il dottor Giobbia.
Escursionisti, cercatori di funghi, boscaioli e lavoratori che operano nelle zone a rischio, sono tra i più esposti al morso di zecca.
«Quest’anno non abbiamo fortunatamente ancora avuto casi di encefalite da zecca (Tbe), altra malattia virale acuta, trasmessa da questi artropodi che va a colpire il sistema nervoso centrale, ma l’invito alle categorie di popolazione più esposte è di aderire alla vaccinazione preventiva che può essere richiesta nei nostri centri vaccinali a cominciare dalla Madonnina» aggiunge l’esperto.
Allerta dengue
Nell’arco dell’ultimo mese, invece, i casi di dengue sono saliti da tre a dodici. Tutti riguardanti cittadini rientrati nella Marca dopo un soggiorno in Asia, Africa o America Latina, dove la malattia è in circolazione.
«Presentavano sintomi compatibili con dengue, quali dolori muscolari, cefalea, nausea. Il test rapido di cui siamo dotati, ha consentito una rapida diagnosi» spiega il primario di malattie infettive. Dopodiché si è proceduto con il monitoraggio dei sintomi a domicilio e in un paio dei casi al ricovero in isolamento per evitare che la febbre dengue degenerasse in emorragia.
Per la prima volta quest’anno la Regione Veneto ha inoltre disposto il controllo epidemiologico di dengue in aggiunta a West Nile, virus Zika e chikungunya con il check-up rapido al momento dell’arrivo in ospedale.
Nel frattempo, a bordo degli aerei che collegano il nostro Paese con gli stati dove sono in corso dei focolai, vengono potenziate le disinfestazioni per scongiurare che zanzare infette presenti sui velivoli sbarchino in Italia.
La campagna
Di pari passo, sui social dell’Ulss 2 è stata avviata la campagna di informazione sulla prevenzione del morso da zecca, con tanto di vademecum di comportamento.
«Tra i consigli che abbiamo diramato» conclude il dottor Giobbia «il controllo della cute dopo un’escursione in zone a rischio, l’utilizzo di abiti lunghi e coprenti durante la passeggiata, l’uso di una coperta se ci si stende sui prati. Mentre per le zanzare sono utili i repellenti spray, gli zampironi e la protezione delle finestre con zanzariere».