Wimbledon, Djokovic: “È stato migliore in ogni aspetto del gioco, ma non mi fermo”
Il serbo dopo la sconfitta in finale: "Devo accettare la realtà. Ora testa ai Giochi Olimpici e agli Us Open"
Novak Djokovic cede in tre set a Carlos Alcaraz nel remake della finale dell’anno scorso: 6-2 6-2 7-6(4). Un passivo pesante che racconta la differenza vista sul Centrale in due ore e ventisette minuti. Lo stesso serbo, in occasione della conferenza stampa, ha sottolineato la supremazia spagnola.
D. Novak, ovviamente non è il risultato che volevi.
Djokovic: “Sì, i miei complimenti vanno a Carlos che ha meritato questa vittoria. È stato il giocatore migliore dall’inizio alla fine, ho cercato di combattere nel terzo salvando tre match point, ma immagino fosse inevitabile per lui vincere. Stava giocando con una qualità migliore”
D. C’è qualcosa che avresti potuto fare diversamente per quanto riguarda la parte tattica?
Djokovic: “Non credo onestamente. Posso sempre analizzare la partita e dire quello che avrei potuto fare meglio, ma cambia poco. Nel complesso mi sono sentito inferiore in campo. È stato un giocatore migliore, ha giocato ogni singolo colpo meglio di me. Non credo che avrei potuto fare qualcosa di più. Potevo caricarmi, coinvolgere la folla, un po’ come stava succedendo nel terzo set. Carlos leggeva il servizio, giocava con molta varietà. Non l’ho mai visto servire in quel modo, ad essere onesti, a 136… Forse mi mancava qualcosa in questo torneo, ma non l’ho mai visto servire così velocemente. Deve aver avuto una giornata di allenamento davvero buona ieri (ride, ndr)”
D. Confrontando questa partita con la finale che hai giocato l’anno scorso, quanto ti sei sentito diverso tu e il tuo avversario?
Djokovic: “Non so come si è sentito lui, ce lo dirà. Ovviamente io mi sono sentito meglio l’anno scorso, ho iniziato 6-1 ed è stata la prima finale Wimbledon per lui, per me era la nona. L’anno scorso persi in un’epica partita di cinque set, quest’anno non è stato così, era dominante in campo e meritava di vincere. Penso davvero che fosse meglio di me in ogni aspetto del gioco: nel movimento, nel modo in cui stava solo colpendo la palla, nel servizio, tutto. Ho fatto tutto il possibile per prepararmi a questa partita e a questo torneo in generale. Se qualcuno mi dicesse che avrei giocato la finale di Wimbledon tre, quattro settimane fa, non ci avrei creduto. Certo, mi sento deluso, perdere le finali come ho fatto oggi ha un sapore amaro. Posso sempre essere autocritico, cosa che sono, posso sempre trovare i difetti, così come alcune cose che forse avrei dovuto eseguire meglio.”
D. Il primo gioco da 20 punti ha dato un senso a quello che è successo dopo? La tua speranza e la tua intenzione sono di tornare qui l’anno prossimo?
Djokovic: “Sì, il primo gioco è stato incredibile. Uno dei primi giochi più lunghi che abbia mai giocato. Penso che sia uscito dai blocchi pronto a combattere sin da subito al suo miglior livello, cosa che non ha fatto l’anno scorso dove ho avuto una comoda vittoria nel primo set. Oggi, già dal primo punto, era pronto. Sul futuro, certo, andremo avanti. Ho ancora intenzione di giocare le Olimpiadi, spero di avere la possibilità di lottare per una medaglia per il mio Paese. Sarà su una superficie completamente diversa, tornerò nel posto dove mi sono infortunato qualche settimana fa. Vediamo come mi sentirò fisicamente e mentalmente, spero di poter trovare il mio tennis migliore perché ne avrò bisogno se voglio andare in finale alle Olimpiadi. Per quanto riguarda il ritorno a Wimbledon sicuramente mi piacerebbe. Non penso minimamente che questo sia il mio ultimo Wimbledon. Voglio davvero giocare ancora, non ho nessun limite nella mia mente. Giocherò finché sento di potercela fare a questo alto livello”.
D. Un mese dopo l’intervento chirurgico, quanto sei in forma? È la prima volta che la mancanza di tempo per la preparazione ti ha colpito in campo oggi?
Djokovic: “Potrebbe essere. Naturalmente la mia preparazione per Wimbledon non è stata fatta come avrei fatto normalmente ed è stato a causa dell’infortunio. Ho dovuto creare un programma ibrido di allenamento tra la riabilitazione più gli esercizi specifici per il ginocchio, l’attuale allenamento di fitness pre-Grand Slam e l’allenamento di tennis. Probabilmente tutto ciò ha avuto effetto, in particolare nei turni di apertura. Con il progredire del torneo mi sono sentito sempre meglio tanto da raggiungere la finale. In alcune partite ho giocato a tennis davvero bene, altre è stata più combattuta. Oggi invece ero mezzo passo indietro a lui in tutti i sensi. Questa è la realtà che devo accettare al momento. Spero che le cose possano essere diverse la prossima volta”
D. Considerando tutto quello che è successo, 39 giorni dopo l’operazione, come ti fa sentire per il resto dell’estate?
Djokovic: “I Giochi Olimpici e gli US Open sono i due grandi obiettivi per il resto dell’anno. Spero di poter essere al mio meglio in quei due tornei. Essere in grado di raggiungere le finali di Wimbledon è una grande iniezione di fiducia. In questo momento Alcaraz e Sinner sono di gran lunga i migliori e mi sento come se non fossi a quel livello. Per avere davvero la possibilità di battere questi ragazzi nelle ultime fasi del Grande Slam o nelle Olimpiadi dovrò giocare e sentirmi molto meglio di quanto ho fatto oggi. Ci lavorerò, non è qualcosa che non ho mai sperimentato prima in vita mia, ho avuto così tante esperienze diverse nel corso della mia carriera. Di fronte alle avversità normalmente mi rialzo, imparo e divento più forte. Questo è quello che farò”.
D. Cosa significava per te avere la principessa del Galles lì oggi? Cosa vi siete detti?
Djokovic: “È stato ovviamente un privilegio, le ho detto che è molto bello vederla in buona salute. Questa è ovviamente una notizia molto positiva per tutti in questo paese, ma anche per Wimbledon. È un supporto incredibile quello che mi hanno dato nel corso degli anni in questo torneo, so che lei e sua sorella giocano a tennis da molto tempo quindi rispettano veramente ed ammirano il gioco. È meraviglioso avere quel tipo di sostegno dalla famiglia reale”.