“A colpi di Martello”: serie A2, la dolce conclusione di una stagione agonistica avvincente

TRIESTE. La stagione 2023-’24 della serie A2 di basket si è conclusa da qualche settimana. Ma negli occhi dei tifosi biancorossi c’è ancora la gioia per il grande trionfo.

Ecco dunque una retrospettiva su una stagione che oltre alla promozione della Pallacanestro Trieste ha offerto tanti spunti interessanti.

Giunta a conclusione un’altra avvincente stagione di A2, con gioco, equilibrio, spettacolo in campo e sugli spalti. Ancor di più ad osservare le finals, che ho avuto la fortuna di godermi per gran parte da bordo campo.

ANDAMENTO PLAYOFF

Credo sia un caso unico nella storiografia della formula che nessuna serie complessiva sia arrivata a disputarsi gara 5; ciononostante, l’equilibrio e le gare emozionanti non sono mai mancate,arrivando a concedere un pizzico di riposo in più a tutte le contendenti.

CORNICE DELLE FINALS

I 6000 spettatori abbondanti di media nei tre campi principali sono lo spot migliore di questo finale di stagione; Trapani non ha potuto raggiungere quelle cifre , ma presumibilmente per limiti di capienza. Ma al dì là dei freddi numeri, chi ha potuto assistere “live” agli eventi non potrà che essere stato sensibilizzato dal calore,dalla passione,dai toni,dai colori che caratterizzavano gli spalti. Sensazioni non semplici da reiterare a qualsiasi latitudine. Un plauso quindi a tutti i presenti sulle tribune,con picchi di correttezza solenni come gli applausi tributati allo sfortunato Moraschini dagli spettatori del PalaTrieste. Che elidono a loro volta gli episodi spiacevoli del PalaDozza di Bologna, dove ovviamente fattori contingenti sono creati da provocazioni pregresse, su cui ahimè non val la pena ritornare.

ARBITRAGGI

In linea con la qualità della categoria, ma soprattutto con la difficoltà di dirigere un livello così alto da assomigliare ad una media A1 : peccato che gli arbitri designati per talento ed esperienza non potessero essere considerati dello stesso livello. In generale comunque, più che una carenza di preparazione individuale, c’è da rimarcare uno spesso approssimativo assortimento delle terne,che può talvolta enfatizzare ulteriormente titubanze ed errori. Comunque errori spesso non decisivi ai fini dell’esito finale,fatto salvo in Fortitudo/Trapani gara 4. Pecca grave da parte dei club, non aver insistito per l’installazione istituzionale dell’ Instant Replay: la motivazione dei costi eccessivi non può reggere,a fronte di un’utilità evidente e dirimente. Con budget milionari, nessuno si tirerebbe indietro rispetto ad una spesa forfettaria aggiuntiva che possa garantire più regolarità.

TRAPANI SHARKS ( 90,6 % vittorie in stagione regolare, Playoff 9 w/ 2 p )

Vincere non è mai facile. Quando si è condannati a farlo ancor di meno. Gli Sharks hanno svolto quindi il loro compitino dal punto di vista tecnico , ma hanno prodotto uno sforzo immane mentalmente per poter sopportare tutte le pressioni in corso d’annata. In considerazione di tutto ciò, il rendimento è stato particolarmente positivo, con picchi e numeri elevati quanto a percentuali di vittorie,scarti medi,conduzione delle gare. Livello di gioco rilevante ,particolarmente sulla sponda difensiva, amministrazione dei vari talenti non facile ma redditizia, esposizione di due USA di altissimo livello che ben si sono integrati in gruppo,rinunciando talvolta al protagonismo per il bene comune.

SOCIETÀ Si annotano alcune intemperanze e protagonismi all’eccesso del Presidente Antonini, cui peraltro va reso merito di aver immesso capitali ingenti senza se e senza ma. A cui bisogna dare ulteriore atto di una scelta ai più parsa incomprensibile ( sostituzione allenatore) ,ma che senza dubbio ha dato i suoi frutti,contribuendo ad allentare una tensione che stava attanagliando tutto l’ambiente in previsione del finale. Impeccabile come sempre il lavoro di Julio Trovato, che ha dato un volto professionale ed organizzato al club nel pochissimo tempo a disposizione.

STAFF TECNICO Comprendendo sia Parente che Diana, il primo per il lavoro e l’efficacia dell’impronta tecnica già ben chiara nella prima parte ( un tale dominio in classifica non nasce per caso), il secondo per aver infuso la giusta tranquillità alla squadra e introdotto due assi come Gentile e Alibegovic senza sconvolgere equilibri. Peccato che per le dure leggi del nostro lavoro solo chi ha terminato la stagione ha potuto godersi la presenza celestiale di Barbara D’Urso………

PUBBLICO Rivitalizzata pienamente una piazza da un po’ a digiuno di alto livello: ma ripensando al fatto che a Trapani sono stati protagonisti personaggi del calibro di Benvenuti,Sales,Sacco, Banchi,c’è da esserne orgogliosi.

SQUADRA molto bravi a saper aspettare il momento per essere protagonisti, con giocatori come Mian, Marini, Pullazi che hanno rinunciato a molto di sé stessi. Il momento da eroe di giornata è comunque giunto un po’ per tutti in corso d’opera.

PALLACANESTRO TRIESTE (56,3% vittorie in stagione regolare, Playoff 9w/ 1 p )

Non salgo sul carro dei vincitori a giochi fatti, così come al tempo mai mi ero lasciato andare a critiche pretestuose, se non quando era possibile perseguire alcune evidenze dei fatti inconfutabili. Ma mi sembra corretto fare mea culpa su tre aspetti tecnici che si sono palesati in maniera preponderante, molto collegati tra loro, che mai avrei pensato potessero diventare fattore in un campionato molto particolare e ad input tecnici tradizionali come quello di A2: a) utilizzo contemporaneo della coppia Candussi/ Vildera ad alto minutaggio; b) utilizzo della star Reyes come Ala Piccola, dopo aver fatto la differenza per mesi come numero quattro; c) l’inserimento repentino di Menalo nel meccanismo, passato rapidamente da ordinario acquisto sottotraccia a perno fondamentale delle rotazioni nei settori ala/centri. Grandi complimenti a Coach Christian per averci creduto non solo in emergenza : le stesse rotazioni che spesso in stagione risultavano vorticose senza garantire equilibrio, ai playoff sono parse granitiche certezze di coinvolgimento, reale mix letale nei confronti degli avversari spesso disorientati al cospetto di tale chimica di squadra. Mi limito a segnalare qualche dato numerico 1) Nessuno in passato aveva mai vinto un playoff partendo da 5° posto in singolo girone , che equivale più o meno a un 7/8 posto di un girone unico. 2) Nessuno aveva mai vinto con un rapporto 18/14 tra vittorie e sconfitte in regular season ( il sopraccennato 56,3 % ) 3) Record anche per 9/1 nei playoff, a memoria mai eguagliato in tempi moderni se non da Virtus Bologna e Vanoli Cremona, squadre che peraltro detenevano il fattore campo 4) Non ci sono dati certi, ma un controllo del punteggio come nelle nove vittorie pressoché sempre in vantaggio ritengo sia esperienza unica anche rispetto al passato.

Questi numeri ci spiegano solo in parte una metamorfosi chiara cui mai nei miei quaranta anni di pallacanestro professionale avevo assistito. Grandi meriti a tutti quindi,alla società nella persona di Michael Arcieri per la saldezza di nervi dimostrata nei momenti difficili. Allo staff tecnico composito, che partendo da uno striminzito p/R centrale è riuscito ad evolversi verso un gioco globale di tagli, spaziature,post basso ed uscite per uomini ad hoc che sa molto di basket europeo, perfetto per A2. Menzione particolare per I giocatori provenienti dalla retrocessione dell’anno prima,capitanati da Lodo De Angeli,che hanno dimostrato con i fatti il significato di attaccamento alla maglia. Menzione d’onore per Justin Reyes, reale MVP dell’intero campionato: giocatore decisivo se ce n’è uno,per sé stesso e per gli altri, lo si è visto chiaramente quando era in campo,ma soprattutto quando non c ‘era………. Infine il pubblico meraviglioso di una Basket City come Trieste: non lo scopro certo io, i plausi arrivano da più parti, ma è sempre meglio rimarcando.

ONORE AI VINTI

È accezione comune che FORTITUDO BO abbia portato a termine una stagione strepitosa, sublimazione massima del concetto di gioco di squadra. L’originalità della proposta di due USA sottocanestro ci riporta ad una pallacanestro del passato,ma in linea con l’idea di sfruttare al meglio le forze a disposizione ( in questo caso Fantinelli/ Aradori): obbiettivo centrato. Resta il rammarico di non aver potuto vedere la squadra al massimo della competitività per l’assenza dell’ MVP italiano e per la menomazione di Ogden.

SAN BERNARDO CANTÙ ha vissuto di troppi alti e bassi in stagione, oltre che di vicissitudini, per poter controbattere lo tsunami Trieste. Costruita per vincere, si è dovuta dibattere tra aspettative alte, personalismi,picchi di gioco altissimi e defaillances difensive che sono costate molto. Nel finale sono riemerse vecchie pecche che parevano appianate, ad esempio l’attitudine a rimbalzo e la capacità di chiudere le gare. Però i giocatori per provare a ripartire ci sono, possono essere un bel tesoro. Contrariamente a Trieste, la fiducia in Coach Cagnardi è sembrata più d’ufficio che partecipata da parte del Club; tutto ciò forse è rimasto attaccato alla pelle dei giocatori.

È stata una bellissima stagione… alla prossima!