Una possibilità "economicamente e industrialmente fattibile in futuro, con un tasso di circolarità tessile globale dell’88 per cento": lo rivela uno studio pubblicato su Science Advances
A buon mercato, di qualità spesso scadente, pronti a essere buttati nella spazzatura appena cambia la moda: sono i vestiti della cosiddetta fast-fashion che se da un lato permettono di stare (relativamente) al passo delle nuove tendenze con un discreto risparmio, dall’altro sono diventati un vero e proprio pericolo per l’ambiente. Tanti e difficilmente riciclabili minacciano di rappresentare una quota parte rilevante delle nostre discariche senza potercene sbarazzare in modo ecologicamente responsabile.
Una speranza per questo preoccupante scenario viene da un nuovo studio pubblicato su “Science Advances”. Nello specifico gli autori sono riusciti a sviluppare un nuovo approccio chimico che può separare rapidamente poliestere, nylon, cotone ed elastan, affrontando una sfida fondamentale nel riciclo di tessuti in fibre miste. Il sistema della fast fashion produce annualmente circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili a livello globale e meno dell’1 per cento di tale numero viene riciclato. Ciò è dovuto in parte al fatto che la maggior parte dei tessuti contiene una miscela di fibre, come poliestere e cotone o nylon ed elastan. Il riciclo di tessuti misti richiede la selezione e la separazione di queste fibre distinte, un processo che non è fattibile manualmente su scala industriale. La chimica offre una soluzione alternativa e più realistica per il riciclo multifibra su larga scala. Gli autori del nuovo studio descrivono un modo per riciclare fibre miste tramite glicolisi basata sul calore e assistita da microonde che coinvolge un catalizzatore di ossido di zinco.
Il processodi depolimerizzazione, che richiede solo 15 minuti, ha scomposto il poliestere in un ingrediente utile per filati, resine e filamenti chiamato BHET. Ha anche trasformato lo spandex in monomeri, tra cui MDA, un componente chiave nella schiuma di poliuretano e nelle plastiche in fibra di vetro. Quando testato su miscele di poliestere-cotone e spandex-nylon con un solvente acido, il processo ha mantenuto l’integrità sia del cotone che del nylon. Durante gli esperimenti, gli autori hanno osservato che i ritardanti di fiamma e i coloranti danneggiano la glicolisi, quindi incoraggiano la pre-rimozione di tali ingredienti prima del riciclo. Gli autori hanno utilizzato la modellazione matematica per determinare che questo metodo potrebbe essere economicamente e industrialmentefattibile in futuro. “Un ulteriore perfezionamento di questo processo ha il potenziale per raggiungere un tasso di circolarità tessile globale dell’88 per cento”, concludono.
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