Quindici contagi di Covid alla casa di riposo La Quiete di Udine, due strutture chiuse ai parenti
UDINE. Sono chiuse da qualche giorno, e lo rimarranno ancora per tutto il tempo che si renderà necessario, la Rsa e il nucleo Venerio 1 dell’Azienda pubblica di servizi alla persona “La Quiete”, dove è stata riscontrata una particolare concentrazione di ospiti contagiati dalla nuova variante del Covid.
Casi circoscritti e quotidianamente monitorati, come il resto della struttura, stante la virulenza, per quanto leggera, del virus.
Quindici in tutto, alla luce dei nuovi test effettuati ieri alla Quiete presa nel suo complesso. Tre in più rispetto ai dodici emersi dai controlli della settimana scorsa.
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Otto quindi i degenti coinvolti in Rsa, sette invece quelli distribuiti fra le quattro residenze contigue e collegate tra loro nella struttura residenziale di via Sant’Agostino: Venerio, Hofmann, Lodi e Morelli de Rossi.
Nessun allarme però è nell’aria, sia chiaro: lievi infatti restano i sintomi degli ospiti interessati, pur restando monitorata la condizione di ciascuno di loro, non fosse per le problematiche da cui gli stessi sono già afflitti, al netto del Covid.
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«La questione resta sotto controllo – sottolinea il direttore generale della Quiete, Andrea Cannavacciuolo –. Pur non essendoci un’apparente spiegazione alla situazione dei contagi che sta colpendo tutto il Paese, questa giocoforza è finita per interessare, seppur lievemente, anche noi. Le persone contagiate dal virus, al momento, stanno manifestando qualche linea di febbre e una leggera tosse, non di più».
Le chiusure, come anticipato, riguardano soltanto i centri nei quali il virus ha trovato più spazio. Nelle residenze meno colpite, l’isolamento in atto è mirato, legato al singolo individuo: «La stessa residenza Venerio – prosegue Cannavacciuolo – è composta da tre nuclei: di questi, solo il Venerio 1 è andato incontro alla chiusura. E qui, nelle ultime ore, i contagi sono diminuiti».
In ogni caso, permane l’impossibilità di rendere visita ai soggetti sottoposti a isolamento. Per far fronte alla problematica, test giornalieri vengono effettuati su tutti gli ospiti.
«Ovviamente, stiamo monitorando con cura l’intera situazione. Alla fine di ogni giornata facciamo la conta delle persone contagiate e di quelle guarite», spiega il direttore. La proporzione è destinata, da qui in avanti, a restituire un risultato confortante.
Non subito, però. Sempre Cannavacciuolo, in merito alle riaperture: «Ci vorrà ancora qualche giorno prima che possa venir ristabilita una situazione di normalità. Il decorso del virus richiede circa una settimana. La speranza è che tutto si risolva in cinque, al massimo sette giorni».
Connotata come “struttura aperta”, la Quiete sta dunque agendo nel pieno interesse delle famiglie a cui attualmente risulta interdetto l’accesso a Rsa e nucleo Venerio 1. Per quanto riguarda le altre strutture, fatta eccezione per i residenti colpiti dal virus, l’accesso resta consentito dalle 10.30 alle 20.