Un centro d’accoglienza a Gorizia nella sede Arcobaleno per chi è senza dimora
GORIZIA. È un servizio nuovo di zecca, inedito per Gorizia. «E visti i tempi stringenti, imposti dal Pnrr, dovrà essere operativo entro il 2026. Non ci si può permettere di perdere tempo perché l’intervento va rendicontato seguendo un cronoprogramma molto rigoroso», annota l’assessore comunale al Welfare, Silvana Romano.
L’obiettivo è quello di dar risposta alle prime necessità delle persone indigenti e senza fissa dimora, anche fornendo loro un indirizzo nel caso debbano ricevere della posta.
In questo senso, decisivo è il restyling programmato per la sede dell’Arcobaleno di via San Michele. L’edificio, di proprietà comunale, sarà oggetto di un’azione di manutenzione straordinaria per la realizzazione di una “stazione di posta e centro di accoglienza”, grazie a un finanziamento di 910 mila euro ottenuto dal Comune da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito dei progetti Pnrr con l’obiettivo di dare adeguata risposta alle persone prive di fissa dimora. Il tema ha fatto anche capolino in una delle ultime sedute del Consiglio comunale dove ci sono state le rassicurazioni dell’amministrazione comunale relativamente all’assenza di intoppi.
«Sono felice che, attraverso quest’intervento, riusciremo a far fronte alle necessità di base anche di chi non è preso in carico in modo continuativo dai servizi sociali. Ci sono tante necessità a cui bisogna far fronte nell’immediatezza, a cominciare appunto dalla fornitura di un indirizzo a cui ricevere la posta», spiega Romano. Che aggiunge: «Ci sarà un bando per gestire tale servizio da parte di enti del Terzo settore con l’Ambito che manterrà il controllo e la titolarità. Saranno sette i posti-letto».
Come ha spiegato di recente l’assessore ai Lavori pubblici, «tale importante intervento permetterà di riqualificare una parte del patrimonio immobiliare comunale per favorire l’inserimento sociale di una fascia svantaggiata della popolazione. Attualmente, lo stato di manutenzione dell’immobile è molto critico e urge l’adeguamento agli standard di risparmio energetico. L’intervento prevede, quindi, la riqualificazione dello stabile sia dal punto di vista funzionale, attraverso una nuova modulazione degli spazi, sia da quello energetico, mediante l’installazione di pannelli solari, pompe di calore e cappotto termico, volti a rendere l’edificio autosufficiente sotto il profilo energetico».
L’edificio, costruito negli anni ’50, presenta vari problemi, come infiltrazioni dalla copertura e risalita di umidità dal terreno, che si aggiungono alla trascuratezza generale data dalla mancanza di manutenzione, considerando che gli ultimi lavori di ristrutturazione risalgono a circa 30 anni fa, oltre alla necessità di adeguamento ai più recenti standard in materia di risparmio energetico.
Per rendere l’edificio rispondente alle necessità di salubrità, decoro e adeguatezza funzionale, si procederà a ristrutturazione e adeguamento complessivo partendo dall’eliminazione dell’umidità di risalita per poi passare al cambio del sistema di climatizzazione, alla sostituzione dei serramenti, alla realizzazione di un isolamento termico fino ad arrivare alla riqualificazione estetica delle facciate. Sono previsti poi l’installazione di pannelli solari per l’alimentazione elettrica e per l’acqua calda sanitaria e il riscaldamento mediante pompa di calore per rendere lo stabile quasi autosufficiente sotto il profilo energetico.
Gli impianti elettrici verranno completamente rifatti e serviranno anche la zona cottura eliminando completamente l’uso del gas nell’edificio. Internamente saranno rimodulati gli spazi in modo da creare degli ambienti ad uso diurno/pubblico comprensivi anche di bagni e spazi a uso mensa e conviviale. Saranno separati in due blocchi, anche con accessi separati, le zone di accoglienza e il dormitorio destinando anche alcune stanze a uso di famiglie monogenitoriali in difficoltà.